Le principali cause di accesso in pronto soccorso per il diabete sono state identificate da una ricerca condotta da Bhave, che ha analizzato i numeri relativi a questo inconveniente nelle strutture della rete dell’emergenza in tutta Italia. I risultati dello studio mostrano che le principali cause che richiedono un intervento urgente sono l’ipoglicemia, l’iperglicemia, la chetoacidosi e il piede diabetico. Molte di queste urgenze potrebbero essere evitate, vediamo come.

 

Epidemiologia

La ricerca ha preso in considerazione 290.000 accessi presso 109 strutture di emergenza, rappresentando tutte le fasce di età. È emerso che la fascia di età più colpita per il diabete di tipo 1 è compresa tra i 19 e i 49 anni, mentre per il diabete di tipo 2 la fascia di età prevalente è tra i 50 ei 64 anni.

 

I risultati dello studio sono stati presentati durante un evento moderato da Stefano Del Missier, promosso dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (ALTIS) presso il Senato. Secondo l’analisi, presentata grazie al supporto incondizionato di Abbott, l’insulina e gli ipoglicemizzanti orali tradizionali sono i farmaci più utilizzati dai pazienti prima di recarsi in pronto soccorso, con una bassa percentuale di utilizzo dei nuovi ipoglicemizzanti orali, dei GLP-1 e degli SGLT-2.

 

Inoltre, solo il 50% circa dei pazienti utilizza un dispositivo di monitoraggio continuo della glicemia, evidenziando un bisogno di formazione e aggiornamento per i medici di famiglia al fine di indirizzare i pazienti verso l’utilizzo di strumenti che consentano il monitoraggio costante dei valori glicemici.

 

Degenze

Per quanto riguarda le dimissioni dall’ospedale, il ricovero è previsto solo per i pazienti con chetoacidosi, mentre per iperglicemia e ipoglicemia, i pazienti vengono inviati al centro antidiabetico. Gli esperti sottolineano la necessità di creare una rete efficace tra ospedale e territorio, coinvolgendo i medici di famiglia e le persone con diabete, al fine di prevenire complicanze ricorrenti, migliorare il compenso metabolico, ridurre i costi voluttuari del sistema sanitario e sollevare tutti i presidi di pronto soccorso dalla pletora di casi meno urgenti o evitabili.

 

La senatrice Daniela Sbrollini, vicepresidente della Commissione Affari sociali, presidente dell’Intergruppo Obesità Diabete e Malattie croniche non trasmissibili, ha affermato che gli accessi impropri per complicanze prevedibili del diabete sono diventate una costante in pronto soccorso, e comportano ricadute ormai ingestibili. Secondo Sbrollini, è necessario un cambio di passo in politica per venire incontro alle persone in cura, offrendo una medicina e dei servizi che rispondano alle esigenze di sicurezza, e le rendano più autonome.

 

Da parte sua il senatore Guido Quintino Liris, pure lui nel board di presidenza dell’Intergruppo parlamentare Obesità Diabete e Malattie croniche non trasmissibili, ha sottolineato l’importanza di una presa in carico adeguata dei pazienti cronici e diabetici anche nelle regioni meno attrezzate sotto il profilo della medicina del territorio.

 

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