Mercoledì 16 Luglio 2025
ELENA BURIGANA
Libri

Eva siamo noi, tutte le donne: "Quanta fatica per la parità"

Paola Mascaro presenta il suo nuovo libro: "L’equità di genere più necessaria che mai"

Mascaro, presidentessa emerita di Valore D

Mascaro, presidentessa emerita di Valore D

"Questo libro è dedicato a Eva, a tutte le Eva del mondo. E alle loro fatiche, che sono frutto delle diverse forme di violenza che ancora persistono nella nostra cultura, nel nostra società, nella nostra economia". Le fatiche di Eva – Cronache di sopravvivenza in un mondo di parità promessa ma non ancora realizzata, il nuovo libro di Paola Mascaro (HarperCollins), sarà presentato domani dall’autrice in dialogo con la giornalista Maria Luisa Agnese alla Triennale di Milano. E mai titolo fu più azzeccato di questo. Infatti, dopo essersi immersi in una sistematica analisi di tutte le difficoltà che una donna deve affrontare durante la sua vita per essere trattata alla pari di uomo, gli stereotipi che ostacolano le sue aspirazioni e le discriminazioni ancora radicate nel mondo del lavoro, viene spontaneo pensare: “mamma mia, che fatica essere donna!“.

Attraverso aneddoti, dialoghi, ricordi, esperienze personali, ricerche scientifiche, lei esplora l’esperienza collettiva delle donne – di tutte le età – nel nostro Paese e oltre confine, con un punto di vista che viaggia su più livelli: culturale, sociale, educativo, professionale, familiare…

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?

"Questo libro è stata la naturale conseguenza di un impegno che viene da lontano: appartenendo alla generazione X (metà anni ’60 – primi anni ’80) tante delle fatiche di cui parlo le ho vissute sulla mia pelle. Prima fra tutte, la fatica di dover sempre aderire alle aspettative di un mondo maschile. Sentivo costantemente questo peso. A un certo punto mi sono chiesta: noi donne dobbiamo per forza sentirci sempre così, non esiste un modo di vivere più leggero? Ho deciso quindi di mettere a sistema, in maniera non asettica, dieci fatiche che trattano il tema della parità di genere. L’idea è quella di far riflettere e invitare il lettore a farsi carico della responsabilità di rendere piano piano il mondo un posto migliore per tutti".

Le fatiche di Eva esplora in profondità il tema dell’equità di genere nel mondo contemporaneo, dimostrando che il raggiungimento di un’autentica parità è possibile. Ma è anche indispensabile?

"Assolutamente. Il tema dell’equità è molto complesso, perché a esso concorrono vari aspetti, dal retaggio di una cultura patriarcale ai problemi interni delle infrastrutture e dei servizi. Raggiungere una parità è indispensabile perché questa impatta su tutto: sull’economia, sui redditi delle famiglie, sulla scelte di studio dei giovani di oggi che influenzano le loro opportunità lavorative di domani. Per questo Le fatiche di Eva mette in fila molte delle fatiche femminili di stare al mondo, per comporre il quadro di cui spesso ci viene proposto un aspetto particolare, che ci fa perdere la visione d’insieme".

Il libro, con il supporto di dati e studi illuminanti, invita a riflettere sull’importanza di un’educazione che promuova un profondo cambiamento culturale e sottolinea l’urgente necessità di politiche inclusive suggerendo strategie per valorizzare le competenze femminili. È quello che fa anche Valore D, l’associazione di cui oggi lei è la presidente emerita?

"Quando ero presidente dell’associazione (dal 2029 al 2022) ho guidato G20 Empower sotto la presidenza italiana del G20, promosso campagne di informazione, avviato nuovi progetti, stimolato dibattiti e confronti. Ho dato il mio contributo, insieme a Valore D, per portare a compimento la legge sulla certificazione di genere nelle imprese. E portando in dote tutta la sapienza di Valore D, tra cui 167 buone pratiche aziendali, ho affermato: le scuse sono finite! Il valore di Valore D consiste proprio nella pressione positiva e di dialogo con le istituzioni che è in grado di esercitare".

In una scala da 1 a 10, che voto dà all’attuale situazione della parità di genere nel nostro Paese?

"Direi che il voto va scomposto: all’educazione darei un bel 7. Grande è infatti lo sforzo delle università per migliorare la situazione di disparità attuale. Penso per esempio a Donatella Sciuto, attivista e rettrice del Politecnico di Milano. Al lavoro invece do un 6½: le grandi aziende sono avanti, mentre il tessuto composto dalle piccole e medie imprese è più indietro. Cultura e società… ahia! I modelli di riferimento, la comunicazione, le norme socialmente approvate… darei 5½, per essere generosi. Spero che queste Fatiche portino più persone possibile a riflettere e a capire che dobbiamo agire adesso".