Sabato 12 Luglio 2025
NINO FEMIANI
Cronaca

L’orrore di Villa Pamphili. Il killer controllato tre volte. La pista di un complice

L’americano era stato fermato anche due giorni prima del ritrovamento dei corpi. Indagini su un braccialetto di perline trovato accanto al cadavere della donna

L’orrore di Villa Pamphili. Il killer controllato tre volte. La pista di un complice

Roma, 15 giugno 2025 – Quello che per una settimana è stato il ‘giallo’ di Villa Pamphilj continua a suscitare interrogativi, molte sono le cose che non quadrano. A partire dai controlli effettuati su Rexal Ford, il quarantaseienne californiano fermato a Skiathos in Grecia per l’omicidio della bambina di pochi mesi e l’occultamento del cadavere della madre (l’accusa potrebbe evolvere in duplice omicidio).

L’orrore di Villa Pamphili. Il killer controllato tre volte. La pista di un complice
L’americano era stato fermato anche due giorni prima del ritrovamento dei corpi. Indagini su un braccialetto di perline trovato accanto al cadavere della donna.

Per ben tre volte Ford è incappato nei controlli della polizia a Roma, ma l’ha fatta sempre franca: una volta era solo con la bimba in braccio, in un’altra aveva una ferita sanguinante alla testa, nella terza infine discuteva animatamente con la donna trovata morta, la strattonava, inveiva, tanto che una passante ha chiamato la volante. C’è una foto, diffusa dalla trasmissione "Chi l’ha visto?", che ritrae il presunto assassino il 5 giugno, due giorni prima del ritrovamento dei corpi, con la bambina in braccio che piange, vestita di rosa, indumento simile a quello rinvenuto in un cestino vicino ai cadaveri. È in pantaloncini corti, cappellino e marsupio nero a tracolla. Poco prima aveva tentato di intrufolarsi in un albergo di Largo Argentina con in braccio la bimba, trascinando un trolley. In quell’occasione, gli agenti intervenuti, richiamati dal receptionist e dal pianto della bimba, gli avevano chiesto spiegazioni. Ford aveva risposto di essere il padre.

Qualcuno gli ha domandato dove fosse la madre? "Siamo turisti americani, mia moglie è partita", la sua ineffabile risposta. La donna era già morta da almeno 24 ore. Le segnalazioni di violenze e litigi tra Ford e la donna avevano riempito le giornate precedenti: una testimone ha denunciato di aver visto la ragazza strattonata dall’uomo in evidente stato di alterazione mentre teneva la bimba in braccio. Il 20 maggio Ford era stato fermato a Campo de’ Fiori con la testa sanguinante e ubriaco, sostenendo di essere in vacanza. "Il sangue alla testa? Sono scivolato". Nonostante l’inconcludenza di quella spiegazione, era stato lasciato andare, con una foto scattata da una poliziotta che poi ha permesso di identificarlo. C’è poi un particolare ancora tutto da verificare e riguarda il ritrovamento di un braccialetto nero con perline rifrangenti vicino al corpo della donna, elemento che potrebbe suggerire la presenza di un complice di Rexal o di un’altra persona presente sulla scena del crimine. Questo indizio, finora poco approfondito, potrebbe aprire scenari inattesi rispetto alla versione ufficiale che vede Ford come unico responsabile.

L’uomo, che ha precedenti per violenza negli Stati Uniti, era un clochard molto atipico: era in Europa da circa due anni, girava per Roma, faceva la spesa e spendeva con la Mastercard. Anche la fuga in Grecia l’11 giugno con un biglietto acquistato con una carta di credito, 100 euro, nonostante la sua condizione di senza fissa dimora, aggiunge misteri da chiarire.