Lunedì 14 Luglio 2025
BEPPE BONI
Esteri

La strana guerra senza invasioni. “Aerei israeliani liberi di colpire”

Niente scontri tra soldati, solo missili e droni. Batacchi (Rid): è probabile la vittoria dello Stato ebraico

La strana guerra senza invasioni. “Aerei israeliani liberi di colpire”

Roma, 17 giugno 2025 – Abituati ad osservare sullo schermo della tv e sui siti web la morte in diretta nelle trincee ucraine e nei campi dove irrompono i tank, non pensavamo che potesse esistere un’altra versione della guerra così diversa e super tecnologica come la stiamo vedendo nel confronto israeliano-iracheno. È una drammatica partita a pallavolo dove non ci sono scontri diretti sul terreno tra soldati, solo scambi di bombe, missili, razzi, droni per gli strike quotidiani.

Pietro Batacchi, analista e direttore di Rivista italiana difesa, quanto può andare avanti questo braccio di ferro che attraversa mille chilometri di cielo?

“Difficile fare una stima precisa, credo però che, anche stando ai segnali delle ultime ore, l’Iran non possa proseguire molto. Nonostante l’ostentazione di sicurezza, sta pagando un prezzo altissimo. Israele ha decapitato la catena di comando e i siti militari, distrutto parte delle industrie di produzione bellica, infrastrutture strategiche e altro”.

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Un’esplosione a Tel Aviv

Gli Ayatollah puntano sui missili balistici.

“È la loro risorsa d’arma principale sulla quale hanno convertito la produzione industriale. Ne hanno forse una scorta di 3-4mila, più dei 2mila dichiarati, e migliaia di droni. Questi ultimi costano poco ma sono lenti e facilmente intercettabili. Esercito e Pasdaran non possiedono sistemi d’arma complessi e l’aviazione è praticamente a zero”.

Israele se la passa meglio.

“Sta vincendo il confronto, ma comincia a dare segni di affaticamento. La cupola di difesa aerea a tre strati, come si sa, non protegge al 100% e qualche missile inevitabilmente la perfora. Ci sono già diverse vittime tra i civili. È in guerra dal 7 ottobre 2023, ha fronti aperti a Gaza, Libano e Yemen. Ora ha fretta di raggiungere i due obiettivi: disarticolare il programma nucleare e innescare un processo di avvicendamento del regime. Netanyahu ha appena dichiarato che la vittoria è vicina. È probabile”.

PIETRO BATACCHI
Pietro Batacchi

Tel Aviv davvero controlla il cielo iraniano?

“I cacciabombardieri ormai entrano ed escono come vogliono, volano attraverso lo spazio aereo di Siria e Iraq e soprattutto nella parte occidentale hanno assoluta libertà d’azione”.

Senza aiuto degli Stati Uniti?

“Gli Usa finanziano Israele ma non hanno messo a disposizione aerei da combattimento. Pare che assistano gli F35 con rifornimento in volo, aspetto molto importante nelle incursioni che avvengono a oltre mille chilometri di distanza dalla partenza”.

Perchè Tel Aviv per i raid utilizza solo l’aviazione?

“Ritiene queste incursioni più efficaci per la scarsa protezione dello scudo avversario che utilizza un sistema di contraerea S300 di produzione russa, ormai sorpassato. L’Idf israeliano possiede anche una dotazione di missili balistici terra-terra ma è una scorta che serve come deterrente nucleare. Non è escluso che per accelerare la fine del conflitto possa utilizzarli anche con testate convenzionali”.

Ora sta usando le bombe anti bunker.

“Sono le Gbu-28 da 2 mila e più libbre, ‘bunker buster’ di precisione in grado di perforare fino a 5-6 metri di cemento. Ma la bomba anti bunker-regina da 30 mila libbre, capace di sfondare anche le montagne dove ci sono depositi o altro la possiedono solo gli Stati Uniti. Che per ora non si fanno coinvolgere in modo diretto”.