Giovedì 17 Luglio 2025
ALDO BAQUIS
Cronaca

"Dominiamo i cieli dell’Iran"

Netanyahu all’attacco: cambia tutto. E Teheran promette vendetta. .

Netanyahu all’attacco: cambia tutto. E Teheran promette vendetta. .

Netanyahu all’attacco: cambia tutto. E Teheran promette vendetta. .

di Aldo Baquis TEL AVIV Al quarto giorno di guerra Benyamin Netanyahu ha detto alla Nazione che "Israele è lanciato verso la vittoria e che anche in Iran se ne rendono conto". Di fronte al pericolo nucleare di Teheran gli israeliani "hanno dato prova di uno spirito fortissimo, proprio come gli inglesi di fronte ai nazisti". In questo contesto ha menzionato una frase attribuita a Winston Churchill, secondo cui "le democrazie possono assopirsi, ed allora occorre dare loro la sveglia". E ciò è quanto lui, al pari dello statista britannico, avrebbe fatto ordinando l’attacco all’Iran "allo scoccare dell’ultimissima ora". Gli obiettivi immediati di Israele, ha ribadito in una conferenza stampa, restano "la distruzione della minaccia nucleare e di quella missilistica" di Teheran. E l’abbattimento del suo regime – gli è stato chiesto – è pure un obiettivo per Israele? "Stiamo ridisegnando il volto del Medio Oriente – ha risposto – e non è escluso che ciò possa anche accadere. I miei messaggi rivolti al popolo iraniano sono accolti là con entusiasmo".

Le parole del premier hanno avuto un’immediata risposta da Teheran: con nuovi lanci di missili (sia nella notte di domenica, sia ieri) e anche con un perentorio avvertimento del presidente Masoud Pezeshkian. L’agenzia di stampa iraniana Fars ha inoltre preannunciato "uno strike molto pesante, un colpo particolarmente duro contro l’aggressore sionista". In questo contesto si sono innestate indiscrezioni di stampa secondo cui il Qatar sarebbe impegnato in un tentativo di imbastire contatti fra Usa e Iran per disinnescare il conflitto. "Noi abbiamo contatti quotidiani con gli Stati Uniti, ci aiutano ad intercettare i droni – ha aggiornato Netanyahu –. Quanto al presidente Trump sarà lui a decidere quale sia il bene dell’America".

Intanto però il conflitto procede con grande irruenza. Israele ha colpito obiettivi nucleari a Natanz, Isfahan ed Arak, nonché diverse raffinerie. Ha inoltre eliminato una decina di scienziati atomici, comandanti militari e dell’intelligence, ed ha acquisito, ha precisato Netanyahu, "il controllo aereo sui cieli iraniani. Abbiamo aperto un’autostrada aerea". Intanto però gli attacchi iraniani hanno arrecato danni gravi ed estesi alle retrovie israeliane.

Una decina i morti, un centinaio i feriti, e mille famiglie che hanno perso il loro appartamento negli ultimi giorni. Nella notte di domenica è stata inoltre centrata la raffineria di Haifa. Alte fiamme hanno illuminato a lungo l’importante porto israeliano mentre i vigili del fuoco hanno cercato invano di prestare soccorso a tre dipendenti rimasti bloccati in un inferno di fuoco. I missili iraniani, che montano testate con centinaia di chilogrammi di esplosivo, hanno provocato distruzioni in località vicine a Tel Aviv. Un edificio di 20 piani è quasi crollato.

Come già fatto con la popolazione di Gaza e di Beirut, l’Idf ha ordinato ieri lo sgombero del "Settore c" di Teheran dove si trovano edifici istituzionali, ambasciate e anche la sede delle Tv di stato Irib che in serata è stata effettivamente bombardata in diretta. Le immagini mostrano la fuga della giornalista sotto i bombardamenti. "Questo megafono di propaganda e di incitamento del regime doveva scomparire" ha spiegato il ministro della difesa Israel Katz. In precedenza Katz si era scagliato su X contro il "dittatore spaccone di Teheran che fa sparare sui civili israeliani. Gli abitanti di Teheran pagheranno un prezzo, e molto presto". La risposta di Teheran non si è fatta attendere. Le Guardie rivoluzionarie hanno sollecitato gli abitanti di Tel Aviv a lasciare anch’essi la loro città e hanno minacciato attacchi di ritorsione contro emittenti israeliane. Nella serata di ieri, al suono delle sirene, tutti gli israeliani sono stati chiamati a raggiungere di nuovo i loro rifugi.