Trieste, 27 marzo 2023 - Liliana Resinovich: l'udienza (a porte chiuse) è stata fissata dal gip Luigi Dainotti per le 9 del 5 giugno. Il giudice sentirà le parti e poi deciderà se chiudere il caso o chiedere approfondimenti. Si dovranno approfondire tre opposizioni alla richiesta di archiviazione della procura come suicidio e soprattutto si dovrà dare risposta a molte domande. Una su tutte: quando è morta Lilly? "Non è necessario sciogliere tale dilemma per giungere all'archiviazione della vicenda", aveva osservato il procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo. Ma ora quell'interrogativo torna di prepotenza. Angela Celentano, Denise Pipitone e Santina Renda: "Una commissione per la verità" Le tre opposizioni di Sergio, Veronica Resinovich e Sebastiano Visintin Contrari alla richiesta di archiviazione della Procura le tre parti offese: il fratello Sergio, la nipote Veronica, il marito Sebastiano Visintin. Che cosa chiede il marito Paolo Bevilacqua, l'avvocato che assiste il marito di Lilly, Sebastiano Visintin, solleva per prima cosa dubbi sul suicidio, annotando come "permane irrisolto l'interrogativo che ruota attorno alla causa del decesso". Gli scenari possibili secondo il legale restano tre: Lilly potrebbe essere stata uccisa o non soccorsa, dopo un malore. "La scena sembra costruita" Ma torniamo nel boschetto della morte. Il parco dell'ex ospedale psichiatrico a neanche 2 km dalla casa di via Verrocchio da dove Lilly sparì la mattina del 14 dicembre 2021. Lì la 63enne venne trovat il 5 gennaio in posizione rannicchiata e a mani giunte", il cadavere avvolto da due sacchi neri, la testa in due buste di plastica trasparenti. Le telecamere di una scuola di polizia e del bus numero 6 ci consentono di mettere in fila gli ultimi gesti di Lilly: esce di casa con le borse della differenziata poi imbocca via San Cilino, che arriva fino al parco. "La scena - osserva Bevilacqua - è e rimane del tutto inusuale: sembra essere il frutto di una costruzione". Chiesti nuovi esami su abiti e oggetti Non c'è solo il dna maschile (rimasto ignoto) isolato sul cordino attorno alle buste di plastica. Ma, osserva l'avvocato, non sono stati sottoposti a esame gli abiti che Liliana Resinovich indossava quel giorno, giacca a vento, maglietta, pantaloni, calzini e scarpe ("eccezion fatta, per queste ultime, per i prelievi fatti sotto le suole"). Stesso ragionamento vale per alcuni oggetti, come borsa e orologio. Tutti elementi che fanno considerare "ingiustificata ed infondata" la richiesta di archiviazione.