Mercoledì 24 Aprile 2024

Liliana Resinovich, il mistero continua. "La scena sembra costruita". Fissata l'udienza

Sarà a porte chiuse. Ecco cosa c'è scritto nella richiesta di opposizione presentata dal marito Sebastiano Visintin

Trieste, 27 marzo 2023 - Udienza a porte chiuse per Liliana Resinovich. Il gip Luigi Dainotti l’ha fissata per le 9 del 5 giugno. Si dovranno approfondire tre opposizioni alla richiesta di archiviazione della procura come suicidio e dare risposta a molte domande. Una su tutte:  quando è morta Lilly? "Non è necessario sciogliere tale dilemma per giungere all'archiviazione della vicenda", aveva osservato il procuratore capo di Trieste Antonio De Nicolo. Ma ora quell'interrogativo torna sulla scena, di prepotenza.

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Le tre opposizioni di Sergio, Veronica Resinovich e Sebastiano Visintin

Contrari alla richiesta di archiviazione della Procura le tre parti offese: il fratello Sergio, la nipote Veronica, il marito Sebastiano Visintin

Che cosa chiede il marito

Paolo Bevilacqua, l'avvocato che assiste il marito di Lilly, Sebastiano Visintin, solleva per prima cosa dubbi sul suicidio, annotando come "permane irrisolto l'interrogativo che ruota attorno alla causa del decesso".  Gli scenari possibili secondo il legale restano tre: Lilly potrebbe essere stata uccisa o non soccorsa, dopo un malore. 

"La scena sembra costruita"

Ma torniamo nel boschetto della morte. Il parco dell'ex ospedale psichiatrico a neanche 2 km dalla casa di via Verrocchio da dove Lilly sparì la mattina del 14 dicembre 2021. Lì la 63enne venne trovat il 5 gennaio in posizione rannicchiata e a mani giunte", il cadavere avvolto da due sacchi neri, la testa in due buste di plastica trasparenti.  Le telecamere di una scuola di polizia e del bus numero 6 ci consentono di mettere in fila gli ultimi gesti di Lilly: esce di casa con le borse della differenziata poi imbocca via San Cilino, che arriva fino al parco. "La scena - osserva Bevilacqua - è e rimane del tutto inusuale: sembra essere il frutto di una costruzione".

Chiesti nuovi esami su abiti e oggetti

Non c'è solo il dna maschile (rimasto ignoto) isolato sul cordino attorno alle buste di plastica. Ma, osserva l'avvocato, non sono stati sottoposti a esame gli abiti che Liliana Resinovich indossava quel giorno, giacca a vento, maglietta, pantaloni, calzini e scarpe ("eccezion fatta, per queste ultime, per i prelievi fatti sotto le suole"). Stesso ragionamento vale per alcuni oggetti, come borsa e orologio.  Tutti elementi che fanno considerare "ingiustificata ed infondata" la richiesta di archiviazione.