
di Angelo Costa
Date una bici a Paolo Bettini e lui si diverte. Lo ha fatto da ciclista professionista, riempiendo la bacheca: un’Olimpiade, due Mondiali, le principali classiche, tappe al Giro e al Tour, per restare ai successi che contano di più. Continua a farlo anche da ex, su qualsiasi terreno: oltre che su strada, ora pedala anche sugli sterrati, dove si è inventato un circuito spettacolare per paesaggi e ambiente a due passi da casa, nel territorio della geotermia, sul quale guida gli appassionati della bici e della buona tavola.
Lo fa anche al Giro, dove accompagna i clienti della Mediolanum lungo i percorsi della corsa rosa: sempre con lo spirito di chi, quando è in sella, vuole divertirsi.
Bettini, cosa ha visto finora in questo Giro?
"Un grande entusiasmo di pubblico, una partenza bellissima sulla Costa dei Trabocchi: il migliore degli spot per il ciclismo, da qualsiasi lato lo si guardi".
Cosa si aspetta di vedere da adesso in poi?
"Un Giro estremamente aperto. Come nel 2018: dopo due settimane tutti a dire che Simon Yates aveva già vinto, invece è bastata una tappa per ribaltare tutto. Era già successo due anni prima con Nibali, in due tappe e con l’aiuto dell’indimenticabile Scarponi. Il Giro è questo: aperto, bello, difficile, e non solo per i tracciati duri, ma anche per il meteo che può incattivire le tappe".
Prima campione, oggi testimonial: lo spirito con cui Bettini affronta il Giro è lo stesso?
"Anche col pass al collo, la mentalità non cambia: è diversa la ‘squadra’, ma il rituale di orari, appuntamenti, impegni c’è sempre".
E l’emozione?
"Non manca. E’ bello vedere che il pubblico ti riconosce ancora, trovare tifosi che ti salutano come se fossi ancora un atleta del Giro: fa piacere aver lasciato bei ricordi".
Oggi c’è la crono in Romagna: previsioni?
"Evenepoel potrebbe suonarle a tutti, come ha già fatto il primo giorno, ma questa è una tappa diversa: bisogna vedere quanto pesano sulle gambe la prima settimana e soprattutto ciò che è accaduto a Campo Imperatore. In ogni caso, è un passaggio chiave per la classifica".
Dopo il riposo, da Scandiano si va a Viareggio: che giornata sarà?
"Rispetto alle tappe appenniniche del passato, non l’hanno fatta troppo cattiva: è un percorso lineare, si sale e si scende, non ci sono grandi difficoltà. Potrebbe esserci chi crede nella fuga da lontano e chi addirittura nello sprint compatto, comunque sia la classifica non avrà scossoni".
Dopo il covid, è aumentato il popolo della bici: se n’è accorto andando in Giro?
"Rispondo con un fatto che mi è capitato pochi giorni fa, a Vasto: nel gruppo che guidavo c’erano quattro signore con la city bike elettrica, cosa che non mi era mai successa. Si avverte questo cambiamento, vedere tanta gente in bici è una piacevole novità, non solo qui al Giro. Oggi che pedalo soprattutto con la gravel lo noto di più: il 25 aprile sono andato sul percorso della mia Geogravel con gli amici pensando di godermi la natura, invece ho dovuto stare attento al traffico di ciclisti…".
Questo è il lato bello: quello meno bello?
"Che non si riesca a far sistema, mettendo insieme le tante belle iniziative e i progetti che stanno nascendo in Italia: sarebbe il modo giusto per dare impulso al turismo. Noi italiani siamo bravissimi a esportare queste idee, un po’ meno a realizzarle a casa nostra".
Dove vedremo Bettini nelle tappe di Cesena e Viareggio?
"La crono la farò con i clienti insieme agli altri testimonial, nella tappa della Versilia farò il finale dal Ponte del diavolo a Borgo a Mozzano fino al mare".