Mercoledì 24 Aprile 2024

L’ altra Tina Turner: quando lasciò Ike, fece la donna delle pulizie

Nel ‘76 nonostante i trionfi vissuti fino ad allora, si ritrovò da sola, senza progetti né soldi. Guadagnava pulendo le case. E confessò: “Non penso di valere meno per questo. Mi ha aiutato a sopravvivere. Ne vado fiera”

Los Angeles, 25 maggio – Sarà anche difficile da credere ma c’è stato un momento in cui Tina Turner si è ritrovata, per vivere, a fare le pulizie. Non solo quando era la ragazzina nata ai limiti di Nutbush, Tennessee, “una chiesa, una gin house, una scuola, latrina, sull’autostrada numero 19”.

Tina Tuner
Tina Tuner

La tigre Tina Turner si è ritrovata a dover fare le pulizie, per vivere, quando era già stata illuminata dagli applausi dei trionfi musicali, raccolti in tutto il mondo al fianco del marito-aguzzino Ike. E’ il 1976. Nel 1975 Tina – in un primo atto di liberazione dal giogo di Ike – aveva già incantato il regista Ken Russell, e folle di fan, incarnando l’Acid Queen del cine-musical “Tommy” degli Who.

Nel ‘76 ha 37 anni, e ha finalmente divorziato da Ike: si erano conosciuti quando lei era una studentessa di nome Anne Mae Bullock e stava a St Louis, e la sera vagabondava per i club con la sorella più grande. In una di quelle sere convinse Ike, che era sul palco del club con la sua band Kings of Rythm, a farla salire a esibirsi al suo fianco: era un’usanza di Ike invitare le ragazze del pubblico a farlo, almeno per un brano dello show. Non ci avrebbe scommesso un cent, su quell’ennesima ragazzina implorante, ma una volta ascoltata - tutta voce energia ed eros – ne fu folgorato: in breve tempo l’assunse stabilmente tra le Ikettes. Poi si sa, si sarebbero sposati, a poco a poco lei col suo talento e la sua personalità - “Proud Mary”, “River Depp, Mountain High” - avrebbe persino offuscato la stella gigante del marito ma gli sarebbe rimasta sempre un passo indietro, e il marito l’avrebbe sempre più riempita di botte: sapeva che Tina sentiva di essere perennemente in debito con Ike, e avrebbe sopportato, e sopportato. Finché Tina disse basta.

"Quando Tina lasciò Ike – racconta Christian Wright nel libro “Rolling Stone - Donne del Rock” edito da Arcana - non aveva né progetti né soldi. Alcuni amici la ospitarono; iniziò senza che le fosse stato richiesto a fare le pulizie per guadagnarsi da vivere. Ripuliva i ripostigli, ripassava gli angoli abbandonati, spolverava e lucidava. Questi lavoretti domestici non le erano estranei; quand’era ragazzina aveva già lavorato come domestica per una famiglia di bianchi del Tennessee e negli ultimi anni ‘60 e primi ‘70, al culmine della popolarità per la Ike and Tina Turner Revue, persino quando la casa traboccava per le interminabili tournée, c’era Tina carponi, fazzoletto in testa, che strofinava il pavimento della cucina. Turner era stata una star, ma lei non era mai stata una diva”.

Scomparsa mercoledì a 83 anni, omaggiata ieri da tutti, da Mick Jagger (a cui avrebbe insegnato a ballare in scena) a Diana Ross, da Mariah Carey alla Nasa, la tigre del rock dalle due vite, con la seconda vita da solista superstar esplosa negli anni Ottanta, amata dalle donne come simbolo di forza e ribellione, amata da tutti per la grandezza artistica e il fascino e il sex appeal dirompente stretto in scena nelle tute e nelle minigonne create per lei e per le sue gambe (le più belle del mondo) dal mago del lusso Azzedine Alaia, valeva più di tutti  anche perché lo ha sempre saputo: faceva le pulizie per guadagnare quando non aveva nulla. E perché aveva bisogno di pagare il successo, una volta conquistato e riconquistato, a modo suo:  “Non penso di valere meno per questo - ha detto nella sua autobiografia “Io, Tina” - perché mi ha aiutato a sopravvivere. Ne vado fiera”.

    

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