Venerdì 26 Aprile 2024

Nba finals 2018, Warriors travolgenti. Vincono il secondo titolo consecutivo

Curry segna 37 punti e ispira il 108-85 finale con cui i Golden State Warriors chiudono le Finals bissando il successo dello scorso anno Nba, Curry e Duranr in coro: "E' stata un'annata fantastica"

Steph Curry (LaPresse)

Steph Curry (LaPresse)

Cleveland (Stati Uniti), 9 giugno 2018 – I Golden State Warriors entrano definitivamente di diritto nell’Olimpo di cui fanno parte quelle franchigie Nba che sono state in grado di aprire un ciclo vincente nel corso della storia del campionato professionistico di pallacanestro americano. Al primo ‘match point’ a loro disposizione, infatti, i californiani hanno messo a segno il punto del ‘cappotto’ nella serie (non accadeva nel 2007 quando gli Spurs sconfissero 4-0 in finale proprio i Cavs di LeBron), spazzando via con un severo 108-85 i Cleveland Cavaliers e conquistando il loro secondo titolo consecutivo (il sesto complessivo e terzo in nelle ultime quattro stagioni). Devastante l’impatto avuto nel match da Steph Curry che, dopo la pessima serata in cui è incappato in gara 3, si è rifatto con gli interessi portando a casa 37 punti con 12/27 al tiro; un bottino che lo ha eletto miglior marcatore delle finali, mentre il titolo di Mvp delle finali è andato a Kevin Durant che nell’ultimo atto della serie, dopo i 43 punti mandati a bersaglio pochi giorni fa, ha portato a casa la tripla doppia (20 punti, 12 rimbalzi e 10 assist).

Doveroso comunque riservare un plauso anche a Klay Thompson, Andre Iguodala e Javale McGee che sono stati a dir poco preziosi nella fuga del terzo quarto. Dall’altra parte invece, in quello che potrebbe essere stato l’ultimo capitolo della sua storia in maglia Cavs, si è ritrovato ancora troppo solo LeBron James (23 punti, 7 rimbalzi e 8 assist) che per l’ennesima volta ha provato a tenere di peso a galla i compagni prima di alzare bandiera bianca nel secondo tempo anche a causa di un infortunio ad una mano che il ‘Re’ si è procurato in gara 1 ma che ha rivelato soltanto a bocce ferme. Impossibile quindi, a serie conclusa, non ripensare anche alla "porta girevole" di gara 1 che quasi certamente ha poi deciso l'esito della finale, facendo vacillare la fiducia dei Cavs che erano arrivati veramente ad un passo dal colpaccio alla Oracle Arena. La storia però, come detto più volte, non si fa con i se e con i ma e quindi va dato pieno merito ai Warriors per quanto fatto e per la feroce determinazione che li ha portati a dominare anche quest'ultimo scampolo della stagione.

Nba, Curry e Duranr in coro: "E' stata un'annata fantastica" Sfruttando uno scatenato Steph Curry, Golden State ha provato sin da subito ad accelerare sfiorando la doppia cifra di vantaggio in meno di 4’ giocati (13-5). Un fallo tecnico fischiato per una difesa irregolare di McGee, ha però rimesso in partita Kevin Love e compagni che, poco più tardi, hanno avuto la sfortuna di imbattersi nella nuova mareggiata californiana, ispirata dai canestri di Curry, Iguodala e Green che hanno spianato la strada al primo vantaggio in doppia cifra dei Warriors (24-13). I Warriors sono poi riusciti a mettere al sicuro un tesoretto di tre possessi di vantaggio fino al suono della prima sirena (34-25), ma il ritorno in campo di James, ad inizio secondo quarto, ha cambiato ancora le carte in tavola risvegliando di colpo l’orgoglio di Cleveland che, con pazienza certosina e sotto la regia del ‘Re’, ha ricominciato a macinare punti piazzando il colpo del sorpasso con un break di 14-4 chiuso proprio dalla schiacciata di LeBron (39-38). Quando l’inerzia sembrava sul punto di passare nelle mani dei Cavs la macchina dei Warriors – che hanno chiuso il primo tempo con il 52% dal campo e il 53% nel tiro da tre – è ripartita improvvisamente e ha ricominciato a correre fino al 61-52 esterno all’intervallo lungo, arrivato anche grazie al 5-0 griffato da Curry e Durant pochi istanti prima di scendere negli spogliatoi. Una fiammata che ha ridato grande fiducia ai Warriors che al rientro in campo, seguendo un copione già visto più volte, hanno azzannato la giugulare degli avversari affidandosi alla solidità di McGee e alle stilettate di un Thompson ritrovato dopo un pessimo primo tempo (0/4 al tiro nei 24 minuti iniziali) per piazzare un 25-13 di parziale nella frazione, che ha fatto sprofondare a -21 i Cavs e ha sostanzialmente fatto partire il conto alla rovescia che ha portato Golden State ad alzare il Larry O’Brien Trophy.dopo aver tributato, assieme a tutta la Quicken Loans Arena, l'onore delle armi a LeBron James, uscito definitivamente di scena a 4' dalla fine.