Nba, Curry e Durant in coro: "E' stata un'annata fantastica"

I due protagonisti del successo dei Warriors hanno parlato a fine partita

Curry e Durant (LaPresse)

Curry e Durant (LaPresse)

Cleveland (Stati Uniti), 9 giugno 2018 – Negli occhi di Steph Curry – appena rientrato nella pancia della Quicken Loans Arena dopo aver alzato al cielo il suo terzo titolo Nba che con i 37 punti che ha mandato  a referto ha di fatto consegnato per il secondo anno consecutivo nelle mani dei Golden State Warriors – c’è tutta la gioia e la soddisfazione di chi sa di aver fatto qualcosa di grande e di chi giustamente non vuole far nulla per nasconderlo, anche perché stavolta il cammino per arrivare all’anello è stato tutt’altro che semplice ed è stato pericolosamente minato dagli infortuni e dalla forza di avversari come gli Houston Rockets che sono davvero arrivati ad un passo dal detronizzare i californiani: “Stavolta è stata davvero dura, eravamo sotto 3-2 con Houston e con Iguodala fuori. Abbiamo dovuto risollevarci e alzare la qualità del nostro gioco. Tutti parlano del nostro talento e dei nostri giocatori ma non c’è stato davvero nulla di facile e scontato. Abbiamo combattuto e siamo riusciti a portare a termine questa incredibile esperienza da cui ho imparato tante cose”. Comprensibilmente alle stelle anche la soddisfazione di Kevin Durant che per il secondo anno consecutivo ha messo in bacheca anche il Bill Russell Trophy, riconoscimento che viene riservato al miglior giocatore delle finali. Un trofeo che ha meritato per aver chiuso gara 4 con la tripla doppia (20 punti, 12 rimbalzi e 10 assist), ma soprattutto per aver infilato la bellezza di 43 punti nella retina dei Cavs in gara 3, partita che si è rivelata poi decisiva per far arrivare il titolo nelle mai di Golden State: “E’ stato un viaggio fantastico” ha dichiarato KD nel post-gara. “Alzarsi presto la mattina e non vedere l’ora di andare in palestra a lavorare con questi ragazzi è straordinario. La nostra crescita e i nostri miglioramenti sono stati incredibili. Stare vicino a compagni di squadra come loro è una fortuna unica perché ti migliorano come giocatore e come uomo”. La festa di Golden State più insomma incominciare un’altra volta.