Per approfondire:
Terranova, 14 agosto 2021 - L’uomo delle stelle questa volta è sceso a una profondità di 3.800 metri, nei fondali dell’Oceano Atlantico, al largo di Terranova, per indagare su uno dei misteri più grandi e sconvolgenti della storia, il naufragio del Titanic, avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912. Scott Parazynski, ex astronauta della Nasa - ha esplorato lo spazio anche con Paolo Nespoli e Umberto Guidoni - fa parte dell'equipaggio di OceanGate Expeditions, società con sede a Nassau (Bahamas) che da giugno sta documentando l’area del relitto. Un progetto reso possibile da un'alta tecnologia, a cominciare dal sommergibile Titan, realizzato in fibra di carbonio e titanio in collaborazione con la Nasa e progettato da OceanGate, in questo caso è la sede di Everett (Washington). Sono stati 'arruolati' anche cittadini scienziati, la quota per partecipare è di 150mila dollari. Non sono turisti e questo non è un tour, ognuno è indispensabile per il successo dell’impresa, ripetono dall'inizio gli organizzatori della spedizione, perché la notizia ha fatto il giro del mondo, come sempre quando c'è di mezzo il Titanic. E spiegano: gli specialisti di missione "supportano la pianificazione delle immersioni, lavorano fianco a fianco con ricercatori e scienziati per acquisire filmati video 4K, scansioni laser e immagini 3D". L'impresa di OceanGate Expeditions nelle previsioni durerà anni, anche per documentare "la biologia marina dell’area. Ci sono centinaia di specie uniche nel sito del relitto". Titanic, la mostra a Londra e il Dna del relitto: cosa sapere per i 110 anni del naufragio Cinque domande all’astronauta del Titanic Ma è più difficile esplorare lo spazio o il fondo dell’oceano? "Sono entrambi estremamente difficili - ammette Scott Parazynski -. Serve una grandissima preparazione, la più alta qualità ingegneristica e molta tenacia per superare le sfide. C'è un enorme differenziale di pressione nell'andare alle profondità estreme del ...
© Riproduzione riservata