Sabato 20 Aprile 2024

La filiera bovina esempio riuscito di sostenibilità

LA LOTTA al cambiamento climatico e alla povertà, modelli di produzione e consumo responsabili, energia pulita e accessibile e un uso consapevole delle risorse naturali sono alcuni degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. Uno dei migliori esempi di economia circolare, considerato tra le soluzioni più efficaci per la salvaguardia del pianeta, arriva proprio dalla filiera bovina italiana, che di fatto non produce scarti. Ogni parte del bovino, infatti, non solo la carne, viene utilizzata, consentendo di realizzare pellami per il mondo della moda, dell’arredamento e dell’automotive, pet food, fertilizzanti e prodotti biomedicali.

Affinché ciò sia possibile, però, è necessario che le aziende siano dotate di impianti moderni ed efficienti, con una forte integrazione dei processi industriali e un’attenzione particolare rivolta all’efficienza energetica e all’utilizzo di fonti rinnovabili, oltre che di una capillare rete distributiva. Inoltre, serve il controllo della produzione primaria, ossia la produzione di foraggi e l’allevamento, che sono le attività in cui si concentra la maggior parte dell’impatto ambientale nella produzione di carne. Per questo motivo Inalca, società del gruppo Cremonini, leader europeo nella produzione di carni bovine, da anni si sta muovendo per realizzare una filiera completamente integrata, un impegno testimoniato nell’ottava edizione del Bilancio di sostenibilità, appena pubblicato.

Giovanni Sorlini (nella foto in basso a destra), responsabile Qualità, Sicurezza e Sostenibilità, conferma: "La realizzazione di una filiera bovina pienamente integrata e sostenibile è l’obiettivo primario dell’azienda. Uno sforzo che necessita della condivisione dei valori con il mondo agricolo; il pilastro sul quale si fonda il nostro modello di business e fa sì che la filiera bovina possa rappresentare il miglior esempio possibile di economia circolare". Sorlini ricorda che "forte di un percorso iniziato circa un quarto di secolo fa, Inalca autoproduce il 100% dell’energia che usa, ricavandola per il 45% da fonti rinnovabili. Una sfida importante, ora, è quella di proseguire in questa direzione con la trasformazione degli scarti zootecnici in biometano, la fonte energetica alternativa al combustibile fossile, per alimentare i mezzi di trasporto e le macchine agricole. Il secondo obiettivo prioritario è il miglioramento dell’impatto ambientale in allevamento". Inalca, negli ultimi anni, ha acquisito e sviluppato aziende agricole di eccellenza dal punto di vista dell’ambiente e del benessere animale, puntando a realizzare un modello di allevamento sempre più avanzato.

"In Italia la terra costa tantissimo – spiega Sorlini – è particolarmente fertile e produce un’agricoltura tra quelle a più importante valore aggiunto al mondo. Dobbiamo farne l’uso più attento possibile. A tal fine, è necessaria una produzione ad alto contenuto tecnologico. Nel caso dei bovini, serve attivare tecniche di agricoltura e di zootecnia di precisione, per ridurre le emissioni e risparmiare risorse".