Manovra, spunta la tassa sulle bevande zuccherate

Proposta da Lega e M5S per coprire l'esclusione del regime Irap per le partita Iva fino a 100mila euro. Ma Bussetti: "I soldi per l'università". Protesta di Assobibe

'Tassa sulla Coca-Cola', novità

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Roma, 15 novembre 2018 - Tra le pieghe della manovra economica 2019, al centro dello scontro tra Italia e Unione europea, spunta anche un emendamento bipartisan Lega-M5S, che vorrebbero tassare le bevande zuccherate - come Fanta, Coca-Coca eccetera - per coprire l'esclusione del regime Irap per le partita Iva fino a 100mila euro. La proposta - già applicata in altri Paesi - è stata approvata in commissione Finanze e ora dovrà essere esaminata dalla commissione Bilancio. L'emendamento, a prima firma dell'esponente 5S Carla Ruocco e sottoscritto da alcuni deputati leghisti, prevede come copertura principale la revisione delle spese fiscali.

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Il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti - in un'intervista a Repubblica - annuncia però: "Utilizzeremo la 'sugar tax' per trovare i 100 milioni che servono all'università e incrementeremo il Fondo ordinario". Anche il viceministro Lorenzo Fioramonti, interpellato dal quotidiano, conferma che "questa tassa ha un doppio valore, ridurrà le malattie cardiovascolari, diminuendo l'utilizzo di zuccheri nelle bevande, e aiuterà a far crescere l'università e la sua ricerca". Sempre secondo il quotidiano la presidente della commissione, Carla Ruocco, contattata dallo staff di Bussetti avrebbe spiegato che l'80% degli introiti della nuova tassa potrebbe essere girato alla ricerca.

Protesta Assobibe, che in Confindustria rappresenta le bevande analcoliche, sostenendo che l'emendamento "grava sulle imprese che producono e impiegano zucchero in bevande, senza distinzioni tra alcoliche e non ed è una ricetta vecchia che non produce crescita né occupazione". L'associazione evidenzia "come siano coinvolte molte tipologie di bevande, quali chinotti, acque toniche, cedrate, bevande con succo di frutta, aperitivi analcolici, bevande per sportivi. Questi prodotti sono già in sofferenza da anni. La ricetta del passato di tassare le imprese, che generano valore e occupazione in Italia, non è immaginabile in questa fase così difficile".