Sabato 27 Aprile 2024

Di Maio: "Niente rimpasto di governo. Presto un ministro delle Politiche Ue"

La ricetta pentastellata: "Abbassare le tasse, favorire la crescita demografica". Salvini conferma: "Priorità sblocco cantieri, meno tasse, cambiare regole Ue"

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio (Ansa)

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio (Ansa)

Roma, 7 giugno 2019 - Nessun rimpasto di governo. All'indomani dell'incontro con SalviniDi Maio ribadisce che l'esecutivo non subirà scossoni. Bisogna però  "nominare assolutamente" il ministro delle politiche Ue (poltrona lasciata vacante da Paolo Savona, che è diventato presidente Consob). Così il vicepremier oggi a Radio24. Una priorità con la procedura di infrazione a un passo e la necessità di trattare con l'Europa sui conti. "Credo che nelle prossime settimane individueremo sia il ministro sia i sottosegretari da rimpiazzare".  

Il faccia a faccia di ieri arriva dopo l'ultimatum di Conte e spezza il clima di alta tensione che ha segnato la campagna elettorale. Era necessario "per fare ripartire tutto, le tante promesse da mantenere, dal salario minimo all'abbassamento delle tasse, dobbiamo metterci al lavoro prima possibile", spiega Di Maio. Con Matteo Salvini "ci siamo detti chiaramente che se si va avanti si va avanti sugli obiettivi che ci siamo dati, per combattere e non per vivacchiare o tirare a campare". C'è condivisione sull'agenda politica: l'obiettivo è "abbassare le tasse per far ripartire l`economia e aumentare lo stipendio dei lavoratori con il salario minimo". 

Di questo avrebbero parlato i due vicepremier. Mentre "non c'è stata alcuna discussione su ruoli e rimpasti". Serve invece individuare "nelle prossime settimane" un nuovo ministro degli Affari europei e i sottosegretari su cui vi sono posti vacanti. "E ovviamente e lo stesso vale per il Commissario europeo" che spetta all'Italia, dice Di Maio. Il pentastellato non esclude che sia un leghista. "Non ho avuto ancora modo di parlarne - ha precisato -. Per me l'importante è che sia una persona all'altezza delle cariche, un commissario italiano che debba difendere le nostre imprese".

Ma su quali punti si sono messi d'accordo esattamente i due vicepremier? Con Di Maio "ci siamo seduti al tavolo, e lo faremo anche con Conte per definire le priorità", ha spiegato Matteo Salvini a Pomeriggio Cinque. Le priorità sono "sbloccare i cantieri, l'autonomia e il taglio delle tasse. Questa sarà la trattativa con l'Europa. Non assicuro la vittoria ma assicuro un governo gagliardo. Con Di Maio penso che l'accordo sia saldo". E a proposito di un ipotetico rimpasto di governo? "Io non chiedo nulla, l'ho detto prima del voto, userò questa fiducia per cambiare le regole dell'Europa, non per chiedere qualche posto in più a Roma. Se ci fosse necessità di una squadra più compatta e di una revisione del Contratto, io ovviamente, come sempre sono disponibilissimo", ha aggiunto Salvini.

Tornando a Di Maio, in merito alle osservazioni dell'Ue sullo stato dell'economia italiana, il ministro del Lavoro tiene il punto: "Si fanno sicuramente tutti i tagli delle spese inutili dello Stato anche quest'anno, si fa la lotta all'evasione, con il carcere per i grandi evasori, però dobbiamo abbassare la tassazione per riuscire a fare ripartire l'economia e questo lo dobbiamo fare anche con dei margini che ci deve dare l'Unione europea sugli investimenti, sull'abbassamento del cuneo fiscale"

La 'ricetta' prevede anche di favorire la crescita demografica per stimolare quella economica: "Un bambino che nasce in Francia ha il triplo degli aiuti". Utilizzare i risparmi del reddito di cittadinanza per abbassare il deficit? "Non credo che la differenza sulla finanza pubblica la faccia quel miliardo di euro".

Intanto un richiamo al governo arriva dai Giovani imprenditori di Confindustria. "Da anni facciamo proposte, ci siamo rivolti a tutti i governi. Stavolta non c'è più niente da aggiungere - tuona il presidente Alessio Rossi dal convegno di Rapallo -. La nostra pazienza è finita. La  proposta al governo è una sola: dobbiamo riattivare una cabina di regia per la crescita". I giovani industriali chiedono di accettare il dialogo con l'Europa e i suoi "numerini": l'Italia deve avere un "chiodo fisso: dimostrare affidabilità ed essere credibile". E poi: "Pensare che il problema del debito pubblico sia risolvibile con i minibot è come provarci coi soldi del monopoli", avverte ancora Rossi, criticando la proposta leghista, in linea col monito di Draghi.