RITA BARTOLOMEI
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Meteo

Neve in arrivo: dove e mappa. Quando si potrà sciare? Le risposte dell’esperto

Primo assaggio d’inverno sull’Italia, Bernardo Gozzini, direttore Laboratorio Lamma del Cnr: “Quali regioni saranno coinvolte dalle precipitazioni e quale si annuncia la tendenza dell’inverno”. Sulle Dolomiti grazie all’abbassamento delle temperature sono in azione i cannoni sparaneve

RITA BARTOLOMEI
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Roma, 11 novembre 2024 - Dall’estate di San Martino all’allerta neve? No, non è proprio così. Il perché ce lo spiega Bernardo Gozzini, direttore del laboratorio Lamma del Cnr. Come ogni scienziato che si rispetti, mette avanti la necessaria prudenza, soprattutto quando le previsioni si allontanano nel tempo. Ecco cosa ci aspetta.

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Neve novembre 2024, quando arriva e dove
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La neve, quando arriva e dove: mappa

Ma quando arriva la neve? E quali zone d’Italia andrà a toccare? Risponde l’esperto: “Da questa notte a domani pomeriggio, martedì 12 novembre, sono attese nevicate in Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia, che però viene solo sfiorata. Si annuncia una spolverata di 10-15 centrimetri, sicuramente al di sopra dei mille metri, tra 1.100 e 1.500. Già nella serata di domani non è più prevista. Non la chiamerei senz’altro allerta”.

Quando potrebbe tornare la neve

E invece cosa ci dicono le previsioni a lungo termine da qui a fine novembre? “La prossima settimana, anche se è presto per esserne davvero certi, è previsto un cambio, aria fredda in arrivo dalla Gran Bretagna che coinvolgerà soprattutto le regioni del Nord Italia. Sono attese dunque temperature più in linea con la stagione, sui 15 gradi. E nevicate sulle Alpi, sopra i 1.300-1.00 metri, però tutte da confermare. Precipitazioni che riguarderanno il versante Nord, quello rivolto verso Svizzera, Francia e Austria”.

Inverno 2024-2025, qual è la tendenza?

Ma come si annuncia quest’inverno? “Per ora le Alpi sono abbastanza spoglie di neve - osserva Gozzini -. Ora sta piovendo al Sud, in Sicilia e Sardegna la situazione è piuttosto critica. Mentre al Centro-Nord si sono registrate meno piogge del previsto e le temperature massime sono più alte della norma. In Pianura Padana tra i 14 e i 15 gradi, in Liguria, Friuli, Toscana e Lazio si sono registrati anche 20-23 gradi, ieri a Roma il termometro segnava attorno ai 21 gradi, in Sicilia si è arrivati ai 24 gradi. Dunque, per ora novembre è mite. La stagione nevosa sembra iniziare sempre più in ritardo, negli ultimi anni”.

Nella foto scattata oggi da Martin Corradini, direttore formazione maestri di sci Alto Adige, si vede la situazione neve in Val Senales a 3.200 metri
Nella foto scattata oggi da Martin Corradini, direttore formazione maestri di sci Alto Adige, si vede la situazione neve in Val Senales a 3.200 metri

Quando si potrà sciare?

Mentre sulle Dolomiti con il freddo sono entrati in funzione i cannoni sparaneve, la domanda di Gozzini lascia comunque sospeso l’interrogativo sul ponte dell’Immacolata, data tradizionale per la settimana bianca. “Tutto da vedere - è il ragionamento dell’esperto Cnr - se gli impianti turistici ce la faranno, per quella scadenza, ad essere pronti”. Ribadisce: “Per ora la neve è in ritardo, trend che negli ultimi anni si tende a confermare. Mi chiede che inverno sarà? Le previsioni stagionali ci indicano temperature e precipitazioni nella media, non c’è un segnale ben evidente, difficile dare indicazioni”. Anche se, guardando alla serie storica, “negli ultimi anni lo stesso dicembre diventa sempre più un mese autunnale e sempre meno invernale. Quasi tutto l’Appennino resta senza neve. Bisogna vedere se quest’anno dicembre riuscirà a mantenersi con temperature basse e avere quindi qualche possibilità di precipitazioni nevose. Ormai, spesso a volentieri, anche sull’Appennino la stagione nevosa parte a metà gennaio e prevede nevicate piuttosto abbondanti a marzo, quando però non servono. Le stazioni sciistiche hanno sempre più difficoltà ad avere una stagione lunga che inizia a dicembre e finisca a marzo. Sulle Alpi ci si salva perché abbiamo stazioni in quota, ma sulle piste più basse, sotto i 1.500 metri, ci sono ugualmente difficoltà di innevamento“.