Giovedì 25 Aprile 2024

'Queen Cleopatra' era nera? La regista: “Era più simile ad Adele James che a Liz Taylor”

Tina Gharavi rivendica la scelta di un’attrice di colore per il ruolo della sovrana egizia. “Sono il bersaglio di una campagna di odio, egiziani furiosi perché non vogliono vedersi come africani”. La serie debutta su Netflix il 10 maggio

Queen Cleopatra

Queen Cleopatra

Queen Cleopatra sta dividendo il mondo, la pelle nera della regina nordafricana nella serie di Netflix ha scandalizzato l’Egitto, puntando il dito contro il tentativo di “blackwashing” della storia. A difendere la sua Cleopatra è la regista Tina Gharavi, un’attivista di origini iraniane (nominata ai Bafta e al Sundance Festival) che ha scritto un articolo sulle pagine di Variety per rivendicare la sua scelta. “Cosa vi infastidisce così tanto di una Cleopatra nera? Ciò che gli storici possono confermare è che è più probabile che Cleopatra assomigli ad Adele di quanto abbia mai fatto Elizabeth Taylor”.

La protagonista della serie tv ‘Queen Cleopatra’, che debutterà su Netflix il prossimo 10 maggio, sarà l’attrice nera Adele James, che si cimenterà nel difficile ruolo della leggendaria sovrana d’Egitto, entrato alla storia del cinema con il volto dell'indimenticabile Liz Taylor nel famoso colossal Cleopatra (1963), al fianco di Richard Burton. A causa della scelta del cast, Gharavi e la produttrice esecutiva Jada Pinkett-Smith hanno ricevuto critiche pesantissime, che accusano ‘Queen Cleopatra’ di avere rivisitato la storia. “Dopo molte discussioni e innumerevoli audizioni – spiega la regista – abbiamo trovato in Adele James un'attrice in grado di trasmettere non solo la bellezza di Cleopatra, ma anche la sua forza. Perché Cleopatra non dovrebbe essere una sorella nera? E perché alcune persone vogliono che Cleopatra sia bianca? La sua vicinanza al candore sembra darle valore, e per alcuni egiziani sembra davvero importante”.

Il mito di Cleopatra Tèa Filopàtore (questo il nome esatto) è entrato nella storia del Mediterraneo, una sovrana egizia diventata un personaggio che travalica i confini del mondo. “Ricordo che da bambina vedevo Elizabeth Taylor interpretare Cleopatra. Ero affascinata – dice Tina Gharavi – ma anche allora sentivo che l'immagine non era giusta. La sua pelle era davvero così bianca? Con questa nuova produzione, potevo trovare le risposte sull'eredità di Cleopatra e liberarla dalla morsa che Hollywood aveva posto sulla sua immagine?”.

Cleopatra aveva la pelle nera?

La famosa regina egizia era di antiche origini macedoni, del lignaggio tolemaico, che a un certo punto legò il suo destino alla dinastia seleucide dell'Asia occidentale, che aveva vissuti in Egitto per 300 anni. “Cleopatra era lontana otto generazioni da questi antenati tolemaici – ricorda Tina – rendendo alquanto improbabile la possibilità che fosse bianca. Dopo 300 anni, sicuramente, possiamo tranquillamente affermare che Cleopatra era egiziana. Non era più greca o macedone di Rita Wilson o Jennifer Aniston. Entrambi sono una generazione originaria dalla Grecia”. “Facendo ricerche, ho capito che atto politico sarebbe stato vedere Cleopatra interpretata da un'attrice nera”, sottolinea la regista. “Per me, l'idea che le persone si fossero sbagliate così incredibilmente (da Theda Bara a Monica Bellucci, e recentemente con Angelina Jolie e Gal Gadot, in corsa per interpretarla) significava che dovevamo farlo. La caccia era aperta per trovare l'artista giusta per portare Cleopatra nel 21esimo secolo”. E così è stato.

Una donna forte, non un sex symbol

“Man mano che la produzione si avvicinava – racconta la regista, Tina Gharavi – mi resi conto della portata e della natura politica di questo lavoro. Era importante sistemare le cose, ma anche trovare un modo per raccontare la storia con le sue sfumature: l'ultima cosa di cui avevamo bisogno era un'altra Cleopatra separata dalla sua femminilità e il suo potere solo sessualizzato”. La serie della Hbo ‘Rome’ ritraeva una delle donne più intelligenti, sofisticate e potenti del mondo “come una squallida e dissipata tossicodipendente, ma all'Egitto non sembrava importare”. E Tina si chiede: “Dov'era allora l'indignazione?”. E aggiunge: “Forse non è solo che ho diretto una serie che ritrae Cleopatra come nera”, il problema è che “ho chiesto agli egiziani di vedersi come africani e sono furiosi con me per questo”.

“Sono il bersaglio di una campagna di odio”

“Durante le riprese, sono diventata il bersaglio di un'enorme campagna di odio online. Gli egiziani mi hanno accusato di ‘insabbiare’ e ‘rubare’ la loro storia. Alcuni hanno minacciato di rovinare la mia carriera. Nessuna memoria sul fatto che le invasioni arabe non fossero ancora avvenute all'epoca di Cleopatra”, aggiunge Tina. Quindi, Cleopatra era nera? Non lo sappiamo per certo, ma dobbiamo interrogarci sulla supremazia bianca interiorizzata con cui Hollywood ci ha indottrinato”.

“Sono orgogliosa di stare con ‘Queen Cleopatra" - una Cleopatra reinventata - e con il team che ha realizzato questo. Abbiamo reinventato un mondo di oltre 2000 anni fa dove una volta c'era una donna eccezionale che regnava. Vorrei tracciare una linea diretta da lei con le donne egiziane che si sono sollevate durante le rivolte arabe e con le mie sorelle persiane che oggi si ribellano contro un regime brutale. Mai prima d'ora è stato così importante avere donne leader: bianche o nere.

Chi è Tina Gharavi

Tina Gharavi è un regista di origini iraniane. Il suo primo film drammatico ‘I Am Nasrine’ è stato nominato ai Bafta 2013. Il suo prossimo documentario – ‘Tribalism is Killing Us’, in uscita entro fine anno – prenderà spunto da una sua visita alla prigione di stato dell'Angola. Gharavi insegna regia in diversi Paesi del mondo e ha ricevuto una borsa di studio del Mit. Nel 2017, è stata eletta tra i componenti dei Bafta.

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