Giovedì 25 Aprile 2024

La misteriosa alga killer che fa strage di coralli

Alle Hawaii, in una delle principali aree marine protette del mondo, un microrganismo sta minacciando la sopravvivenza dei reef, i cui equilibri sono già fragilissimi

I coralli sono a rischio estinzione

I coralli sono a rischio estinzione

Come se non bastassero i danni causati dall'inquinamento e dal global warming, le barriere coralline devono ora guardarsi le spalle da un altro nemico misterioso, che dalle Hawaii potrebbe diffondersi in futuro nelle acque di tutto il mondo. A lanciare l'allarme è uno studio pubblicato sulla rivista PLOS One, che descrive la complicata situazione del Papahanaumokuakea Marine National Monument, una delle più grandi riserve marine del pianeta, i cui reef stanno soffocando a causa di un'alga killer di provenienza tuttora sconosciuta. Il microrganismo, da poco ribattezzato Chondria tumulosa, è stato osservato per la prima volta nel 2016, dimostrando secondo gli scienziati di avere "il potenziale per invadere intere barriere coralline". Come sottolinea il biologo marino Heather Spaldin, primo autore dello studio, si tratta di "un'alga altamente distruttiva", che ricopre gli ecosistemi con un manto rosso spesso fino a 18 centimetri, bloccando i processi necessari per procurare il cibo ai coralli, che muoiono così di fame. Le analisi condotte finora suggeriscono che l'alga non è imparentata con altre specie autoctone hawaiane, ma non chiariscono quale sia l'esatta origine dell'invasore. "Dobbiamo capire dove si trova attualmente e cosa possiamo fare per gestirlo", scrivono, Spaldin e colleghi, sottolineando che questa missione richiede rigidi protocolli di sanificazione a base di candeggina, sia per le barche che per le attrezzature utilizzate durante le immersioni. Tali misure sono indispensabili per evitare che la C. tumulosa dilaghi a macchia d'olio nel Papahanaumokuakea, che ospita da solo oltre 7 mila specie di coralli. Come spiega l'Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica (NOAA) degli Stati Uniti, "fino a quando non scopriremo se si tratta di un'alga nativa o aliena, e cosa sta guidando questo focolaio, è di fondamentale importanza che i sommozzatori e le navi da ricerca non trasportino inavvertitamente l'organismo su altre isole".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro