Martedì 23 Aprile 2024

Barriere coralline a rischio: addio ai reef entro il 2100

Un nuovo studio prevede che gli habitat capaci di ospitare i coralli sono destinati a sparire quasi del tutto in meno di un secolo

Le barriere coralline potrebbero sparire entro il 2100

Le barriere coralline potrebbero sparire entro il 2100

Nuove previsioni pessimistiche sul destino delle barriere coralline. Una recente ricerca presentata nel corso dell'Ocean Sciences Meeting 2020 afferma infatti che a causa del global warming i reef di tutto il mondo potrebbero sparire quasi completamente entro il 2100.

Lo sbiancamento dei coralli

Ancora una volta, gli scienziati puntano il dito contro il riscaldamento e l'acidificazione degli oceani, conseguenza dei cambiamenti climatici guidati dalle attività umane. I coralli sono organismi molto fragili, che rispondono alle situazioni di stress espellendo le alghe fotosintetiche con cui di norma condividono casa. Oltre a fornire sostanze nutrienti, le alghe sono anche responsabili del colore di ogni corallo: per questa ragione la morte dei reef è accompagnata dal triste fenomeno noto come 'sbiancamento'.

Un declino sempre più rapido 

Gli autori ritengono che nel giro di pochissimi decenni potremmo perdere tra il 70 e il 90% delle barriere coralline globali. Questo dato arriva da un esteso lavoro di mappatura, svolto originariamente dall'equipe per capire quali aree oceaniche fossero più adatte per avviare progetti di ripopolamento, tramite coralli cresciuti in laboratorio. L'indagine ha tuttavia portato a una conclusione molto più amara, ossia che a breve non esisteranno più degli habitat adatti a ospitare le barriere coralline.

Il tempo stringe 

Entrando un più nello specifico, Renee Setter, studiosa di biogeografia presso la University of Hawaii Manoa, ha dichiarato che entro 2045 la maggior parte degli ambienti acquatici in cui vivono attualmente i coralli saranno inospitali. Il suo team ha inoltre scoperto che entro il 2100 solo una manciata di luoghi avranno ancora i requisiti necessari per accogliere i reef; tra questi ci sono il Mar Rosso e la Baja California in Messico (l'unica barriera corallina odierna del Pacifico Settentrionale).

Obiettivo: produrre meno CO2

In una nota, Setter ha concluso che le barriere possono continuare a sopravvivere solo intervenendo in modo concreto sui principali fattori di stress dei coralli. La drastica riduzione dell'anidride carbonica riversata nell'atmosfera è in particolare il primo passo da compiere per contrastare il progressivo incremento termico e l'acidificazione dei mari.
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