Vini Pighin, due anime tutte friulane nel bicchiere
PREZZI&QUALITA’ – La cantina si divide tra la Grave e il Collio, dando vita a bianchi di freschezza e facilità di beva, accanto ad altri caratterizzati da eleganza e mineralità

Roberto Pighin e i suoi vigneti nel Collio
I vini di Roberto Pighin hanno due anime, entrambe incrollabilmente friulane. Quella del Collio goriziano a Capriva (30 ettari di vigna) e quella delle Grave a Risano (160 ettari), territorio a cavallo del fiume Tagliamento, tra le province di Pordenone e Udine.
Lo stile è lo stesso: gestione famigliare, solo uve di proprietà, costanza qualitativa, vini di taglio artigianale. Ovviamente nel rispetto della diversità dei territori, collina e pianura: “La nostra è infatti una politica di marchio, il nostro Gallo – dice Pighin - che diventa garanzia di ciò che il consumatore troverà poi nel calice. Il rispetto che nutriamo per questi due territori è quindi lo stesso, consapevoli che stiamo parlando di due zone morfologicamente diverse con le loro caratteristiche specifiche”.
Se il Collio è internazionalmente noto per la ricchezza e l’eleganza dei suoi bianchi, il territorio delle Grave presenta una geomorfologia ideale per costruire vini di grande freschezza, piacevolezza ed equilibrio, in linea con il trend del consumatore di oggi. “Il nostro impegno, lavoro e dedizione è dunque il medesimo per entrambe le nostre aziende”, assicura Pighin. Famiglia di origini contadine, prima produttori di frutta per poi dedicarsi al vino, l’azienda opera in due cantine autonome, immerse in paesaggi vitivinicoli tra i più vocati d’Italia.
Tra i rigogliosi vigneti dell’azienda Pighin di Risano è ubicata la Villa Agricola, dimora patrizia del sedicesimo secolo, oggi sede di rappresentanza dell’azienda. Tra le antiche mura della Villa, in un’area di circa un ettaro, è stato piantato il primo vigneto resistente a oidio e peronospora presente nelle Grave del Friuli, implementato in seguito con altri sette ettari all’interno della tenuta. L’anfiteatro naturale a gradoni di Spessa di Capriva nel Collio con i suoi terreni marnosi e i terreni di ciottoli e limo di Risano offrono nel primo caso vini bianchi consistenti, minerali e di grande eleganza mentre nelle Grave i vini offrono freschezza fruttata e immediatezza aromatica al palato.

La filosofia è unica: attenzione meticolosa ai vigneti e alla sostenibilità, un binomio che guida ogni fase del processo produttivo; e controllo totale sulla filiera produttiva, dalla vigna alla bottiglia. E tanta innovazione: rinnovamento dei vigneti con una particolare attenzione alle uve autoctone come Ribolla Gialla, Friulano e Malvasia Istriana, oltre al Sauvignon e Pinot Grigio. Fondamentale è da sempre anche l’approccio rigoroso alla selezione clonale delle barbatelle, provenienti dai vicini vivai di Rauscedo. La tecnica di allevamento Guyot, con una densità d’impianto che varia dai 4000 ceppi/ha a Risano (Friuli Grave) ai 6000 ceppi/ha a Capriva (Collio), testimonia, infine, la ricerca continua della massima espressione qualitativa. La produzione totale è di un milione di bottiglie, 100.000 sul Collio. L’export vale il 70% , primi mercati Usa e Canada; la distribuzione segue solo i canali Horeca, enoteche e siti online.
Gli assaggi
Pinot Grigio Grave Doc è uno dei best seller in Usa. Frutta bianca al naso, medio corpo, piacevolezza, grande vino da pesce, risotti e verdure (9 € in cantina). Il Sauvignon Grave Doc, speziato e semi-aromatico, sapido e intrigante, è molto versatile negli abbinamenti a tavola con antipasti e primi delicati (9 €).

Passiamo al Collio. La Malvasia 2024 (varietà Istriana) è uno dei campioni della maison: gran naso di erbe aromatiche, al gusto sapida , slanciata, grande freschezza e persistenza (13,50 €). Infine un super-Collio, Soreli 2020, blend di Friulano, Ribolla e Malvasia , l’unico che affina in legni piccoli e medi. Naso dirompente di frutta e fiori bianchi, balsamico, mentolato, struttura e sapidità senza eccessi, un bianco importante (18,50 €) .
Info: www.pighin.com