Venerdì 26 Aprile 2024

Kosovo, messaggio della Russia: “Sostegno incondizionato alla Serbia”. L’ombra della Wagner

Peskov: “Riteniamo che tutti i diritti e gli interessi legittimi dei serbi del Kosovo debbano essere rispettati”. Borrell (Ue): “Situazione pericolosa e insostenibile”. Il premier kosovaro Kurti: “Valuterò nuove elezioni al Nord se finiranno gli scontri”

Roma, 31 maggio 2023 – Interviene la Russia con un messaggio chiaro e netto: sosteniamo i serbi nella situazione con il Kosovo. Mentre continua a crescere la tensione, il portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov citato da Ria Novosti, afferma: "Noi sosteniamo assolutamente, incondizionatamente, la Serbia, sosteniamo i serbi. Riteniamo che tutti i diritti e gli interessi legittimi dei serbi del Kosovo debbano essere rispettati, che debbano essere garantiti, che non ci debba essere spazio per azioni provocatorie che violino i diritti dei serbi e, naturalmente, stiamo seguendo molto da vicino l'evolversi della situazione. Siamo preoccupati a questo proposito", ha detto Peskov ai giornalisti.

Soldati Nato in Kosovo (Ansa)
Soldati Nato in Kosovo (Ansa)

L'ombra della Wagner

Quale ruolo gioca la Russia? Ieri a Pristina l'agenzia KosovaPress, ripresa da numerosi altri media kosovari, aveva riferito che uomini del gruppo paramilitare russo Wagner sarebbero in viaggio verso il Kosovo. Tutti hanno citato un tweet di 'Terror Alarm', compagnia israeliana nota per la messa in guardia da possibili attacchi terroristici. Il gruppo di mercenari Wagner, dichiarato organizzazione terroristica dall'Occidente e anche dal Kosovo, è stato più volte accusato di aver introdotto in passato propri uomini in Kosovo in concomitanza con le ricorrenti crisi che attraversano il piccolo Paese balcanico. Da ultimo alla fine dello scorso anno durante il braccio di ferro tra Belgrado e Pristina sulla questione delle targhe automobilistiche. Notizie sulla creazione di una sezione di Wagner in Serbia sono state smentite a più riprese dallo stesso capo del gruppo di mercenari, Evgenij Prigozhin.

L’apertura di Kurti

Il premier kosovaro Albin Kurti si è detto disposto a valutare elezioni anticipate nel nord del Kosovo se finiranno le violenze. "Se fosse stata una protesta pacifica, avrebbe avuto la mia comprensione, ma non una manifestazione folle con la lettera Z (simbolo filorusso, ndr), dove sparano a soldati e poliziotti, lanciano granate, gridando 'uccidi, uccidi’. A questa folla fascista, non cediamo la nostra Repubblica democratica. Se protestano pacificamente per chiedere elezioni anticipate, hanno un primo ministro che è più che disposto ad ascoltarli e forse è d'accordo con loro”, ha detto Kurti a Bratislava citato dal Guardian.

Pechino invita alla calma

La Cina intanto chiede di evitare l'escalation e di mantenere la pace nella regione dei Balcani. Il portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, ha riferito di un incontro tra l'ambasciatore cinese in Serbia, Chen Bo, e il presidente della Serbia, Aleksandar Vucic, durante il quale la Cina ha ribadito il proprio supporto "agli sforzi della Serbia di salvaguardare la sua sovranità e l'integrità territoriale". Riguardo alla situazione nel Kosovo, ha aggiunto la portavoce, "nella situazione attuale è necessario evitare l'escalation della tensione e mantenere la pace e la tranquillità nella regione dei Balcani occidentali".

Borrell: situazione pericolosa

L'Alto rappresentante della Ue Josep Borrell dopo l'incontro a Bratislava con il primo ministro kosovaro Albin Kurti, avverte: "La situazione attuale è pericolosa e insostenibile. Abbiamo bisogno di una de-escalation urgente e di una soluzione attraverso il dialogo per tornare a lavorare sull'attuazione dell'accordo raggiunto”.

Tajani: Nato e nostri militari rimarranno

''Con i ministri degli Esteri della Nato faremo il punto sulla situazione in Kosovo. La Nato e i nostri militari rimarranno nel Paese a garanzia della stabilità. In questi giorni ho parlato più volte con Vučić e con Kurti. Dalle indagini che abbiamo fatto, al momento non risultano responsabilità della Serbia. Ho chiesto al primo ministro kosovaro di sospendere per il momento l'insediamento dei sindaci che rappresentano la popolazione di lingua albanese in quella parte del Kosovo per evitare tensioni''. Queste le parole del vicepresidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani alla vigilia della sua partenza per Oslo dove parteciperà al vertice, oggi e domani alla riunione informale dei Ministri degli Esteri della Nato.

Parlando a margine del suo intervento alla Farnesina alla sessione plenaria della IV Edizione della Conferenza globale sullo stato di attuazione dell'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 16, Tajani ha aggiunto che ''serve grande prudenza e moderazione. Sono due Paesi candidati all'Unione Europea. Dobbiamo far sì che seguano un percorso positivo, ma così si rischia di allontanare, anche per quanto riguarda il Kosovo, il loro ingresso nella Ue, che richiede determinate scelte. Basta dunque con iniziative che possono procurare incidenti e rendere più complicata la situazione nei Balcani''.

Sull’attacco ai nostri militari: “E’ inaccettabile. Fortunatamente stanno abbastanza bene, anche quelli che hanno avuto ferite più complicate, non corrono alcun pericolo. Sono in contatto continuo con l'ambasciatore a Pristina De Riu e col ministro Crosetto, con il quale stiamo studiando la strategia migliore per raggiungere un accordo fra le parti''.