Kosovo, 14 militari italiani feriti negli scontri fra truppe Nato e dimostranti serbi

Gli incidenti sono scoppiati a Zvecan, nel nord del Paese, dove i manifestanti protestano contro l’elezione del nuovo sindaco di etnia albanese. Meloni: “Quanto sta accadendo è inaccettabile. Non tollereremo ulteriori attacchi”. Tajani chiama Kurti e Vucic: “Stop immediato alle violenze”

Roma, 29 maggio 2023 - Sono 14 i militari italiani rimasti feriti a seguito degli scontri scoppiati a Zvecan, cittadina del Kosovo a circa 45 chilometri a nord della capitale Pristina, fra le truppe della Nato e i dimostranti serbi. Il bilancio complessivo dei feriti dei soldati della missione Kfor è di 25. I soldati italiani, che appartengono al nono Reggimento Alpini l'Aquila, sono stati colpiti da molotov; alcuni hanno riportato ustioni, mentre tre avrebbero fratture esposte.

Gli scontri fra i militari Kfor e manifestanti serbi a Zvecan
Gli scontri fra i militari Kfor e manifestanti serbi a Zvecan

“Esprimo inoltre la più ferma condanna dell'attacco avvenuto a danno della missione Kfor che ha coinvolto anche militari di altre Nazioni – ha dichiarato la premier Giorgia Meloni –. Quanto sta accadendo è assolutamente inaccettabile e irresponsabile. Non tollereremo ulteriori attacchi. È fondamentale – ha aggiunto Meloni – evitare ulteriori azioni unilaterali da parte delle autorità kosovare e che tutte le parti in causa facciano immediatamente un passo indietro contribuendo all'allentamento delle tensioni. L'impegno del governo italiano per la pace e per la stabilità dei Balcani occidentali è massimo e continueremo a lavorare con i nostri alleati”.

“Voglio esprimere solidarietà ai militari della missione Kfor rimasti feriti in Kosovo – ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un post pubblicato su Twitter –. I militari italiani continuano ad impegnarsi per la pace”. Tajani ha telefonato al presidente serbo Aleksandr Vucic e al primo ministro kosovaro Albin Kurti ribadendo con forza che “ogni violenza e ogni provocazione devono cessare immediatamente: Kosovo e Serbia devono dare piena attuazione agli accordi che hanno sottoscritto grazie alla facilitazione dell'Unione europea. La violenza è inaccettabile. L'Italia vuole contribuire a raggiungere in tempi molto brevi una soluzione sostenibile nel Nord del Kosovo”.

Gli scontri a Zvecan: cosa è successo

Gli scontri sono iniziati a Zvecan, uno dei comuni a nord del Kosovo a maggioranza serba. Davanti al municipio un gruppo di circa 300 dimostranti serbi si è opposto all'entrata in servizio del nuovo sindaco di etnia albanese, eletto nel corso di elezioni boicottati dagli abitanti di etnia serba. I manifestanti si sono seduti come atto di protesta, impedendo il passaggio di due auto della polizia kosovara. Dopo gli scontri con la polizia kosovara, sono intervenuti i soldati della Kfor che hanno usato manganelli, lacrimogeni e bombe assordanti per disperdere la protesta. I manifestanti hanno risposto con un fitto lancio di sassi, bottiglie e altri oggetti. Un'auto privata è stata data alle fiamme.

Già da questa mattina la Nato aveva incrementato la presenza di militari nella missione Kfor nei quattro comuni nel Kosovo settentrionale nei quali la tensione si era alzata negli ultimi giorni. Il Comandante di Kfor, il generale di divisione Angelo Michele Ristuccia, è in stretto contatto con i suoi principali interlocutori, tra cui i rappresentanti delle istituzioni e delle organizzazioni di sicurezza in Kosovo, lo Stato Maggiore delle Forze armate serbe, nonché la Missione Eulex e altri rappresentanti della comunità internazionale. Kfor ha anche esortato Belgrado e Pristina a impegnarsi nel dialogo guidato dall'Unione Europea per ridurre le tensioni, unica via per la pace e la normalizzazione.

A Pristina intanto gli ambasciatori dei Paesi del Quint (Usa, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia) hanno nuovamente incontrato oggi il premier kosovaro Albin Kurti, con la richiesta di evitare l'ingresso dei nuovi sindaci di etnia albanese nelle sedi municipali di Zvecan, Zubin Potok e Leposavic.