Giovedì 18 Aprile 2024

Scontri in Kosovo, la Nato aumenta la presenza dei suoi soldati nelle province serbe

Stoltenberg: “Dispiegati altri 700 agenti e allertato un battaglione in caso di necessità”. L’altolà di Mosca: “L’Occidente smetta di incolpare i serbi che lottano senza armi”

Roma, 30 maggio 2023 – Dopo gli scontri scoppiati ieri a Zvecan, in Kosovo, fra i dimostranti serbi e le truppe della Nato, quest’ultima ha deciso di dispiegare 700 agenti in più nelle province coinvolte nei disordini. Lo ha annunciato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa a Oslo con il premier norvegese, Jonas Gahr Store. "Condanniamo fermamente gli attacchi non provocati nel Nord del Kosovo che hanno portato al ferimento di 30 agenti del Kfor. Questi attacchi sono inaccettabili e vanno fermati. Kfor prenderà tutte le azioni necessarie per mantenere un ambiente sicuro per tutti i cittadini in Kosovo. Abbiamo deciso di dispiegare 700 agenti in più e allertato un battaglione per caso di necessità”, ha detto il segretario generale.

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Tensioni nelle province Nord del Kosovo
Tensioni nelle province Nord del Kosovo

Intanto, però, arrivano le critiche su quanto avvenuto da parte della Russia. Secondo la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, infatti il contingente Nato Kfor avrebbe agito in modo “non professionale”, provocando una “violenza non necessaria” e diventando un fattore decisivo per l’escalation in corso nel nord del Paese. "Non solo hanno mostrato la loro mancanza di professionalità, ma loro stessi sono diventati una fonte di violenza inutile, fattore di escalation", ha detto, denunciando un "approccio dichiarato neutrale rispetto allo status, che da tempo si è trasformato in una finzione”.  La Nato, dal punto di vista del ministero russo, non avrebbe mai difeso seriamente i serbi della provincia coinvolta nelle proteste, continuando a mantenere uno “status quo imperfetto, con il dilagante estremismo albanese del Kosovo e la pulizia etnica anti-serba”.

Zakharova ha poi avanzato una richiesta rivolta all’Occidente, chiedendo che non si incolpino i serbi per l'escalation in Kosovo. “Chiediamo all'Occidente di mettere finalmente a tacere la sua falsa propaganda, smetterla di incolpare per gli incidenti in Kosovo i serbi che stanno pacificamente, senza armi in mano, cercando di difendere i loro diritti legali e le loro libertà", si legge in una dichiarazione pubblicata sul sito del ministero. Inoltre si esorta a “non provocare Belgrado”, che sarebbe stata costretta a schierare le sue truppe al confine con il Kosovo, correndo il rischio di “essere nuovamente accusata per l'escalation della tensione”.

“Questo è proprio il caso in cui nella ricerca di colpevoli i mediatori degli Stati Uniti e dell'Ue farebbero meglio a farsi coraggio e guardarsi allo specchio”, ha aggiunto Zakharova.