Venezia allagata, nuovo picco di marea. Conte: "5mila euro ai privati, 20mila a esercenti"

Conte incontra commerciante che ha perso la sua edicola. De Micheli: "Obiettivo terminare Mose entro 2021". Il Cdm stanzia subito 20 milioni. Previsti 145 cm di acqua alta: di nuovo oltre la soglia d'allarme. Scuole ancora chiuse

Conte a Venezia (Ansa)

Conte a Venezia (Ansa)

Venezia, 15 novembre 2019 - L'acqua alta ha concesso una piccola tregua alla città di Venezia durante la seconda notte di allarme rosso. Dopo la parziale tranquillità di ieri, con il livello sceso a 113 centimetri, le previsioni del Centro Maree avvisano che per oggi alle 11.20 è atteso un picco di 145 centimetri, ossia più della soglia di allarme di 140 centimetri oltre la quale si allaga il 90% della superficie della città. Poi dovrebbe scendere in serata, per risalire il giorno dopo, sabato 16 novembre, a un livello massimo di 110 centimetri. Nuova allerta nella notte tra sabato e domenica, quando la marea dovrebbe risalire a 125 centimetri. Le preoccupazioni meteo per oggi tengono conto, spiegano gli esperti, del combinato disposto tra alta marea, il vento di scirocco che dovrebbe alzarsi e, paradossalmente, del clima mite e caldo che è sbocciato sul Veneto, che favorirà lo scioglimento dei ghiacciai e il conseguente riversamento di ulteriore acqua in mare.

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Scuole ancora chiuse

Il Comune di Venezia ha deciso che anche oggi, venerdì 15 novembre, tutte le scuole resteranno chiuse. La misura coinvolgerà gli istituti del centro storico, delle isole, del Lido e di Pellestrina.

Conte a Venezia 

Cos'è il Mose e perché non funziona 

Stamane il presidente del Consiglio Conte  è tornato ieri in prefettura a Venezia, con il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli, per una nuova riunione. "Ovunque ci sono situazioni drammatiche, noi ci siamo - ha detto prima di incontrare l'edicolante della zona delle Zattere la cui edicola è stata inghiottita dalla laguna. Dopo la riunione con prefetto, sindaco, presidente della regione e capo della protezione civile, in programma un sopralluogo nell'isola di Pellestrina, la più colpita, dove due persone sono morte mentre infuriava la mareggiata. All'anziano di 78 anni, rimasto fulminato mentre cercava di far ripartire le elettropompe nella sua casa allagata, si è aggiunto un secondo abitante dell'isola, trovato deceduto anche lui in casa, probabilmente per cause naturali.

Il Comitato interministeriale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna sarà convocato, due anni dopo l'ultima volta, il 26 novembre. Ha confermato il premier. "La data in via di primo giro di consultazioni è il 26 novembre che sarà la data di questo 'Comitatone' - ha detto - Questo organo da me convocato servirà per una governance di tutti i problemi infrastrutturali di Venezia quindi sarà affrontato il problema delle grandi navi, del Mose e anche di un maggior coordinamento delle autorità competenti". "In questo momento - ha proseguito - sta arrivando il commissario straordinario del Mose e dobbiamo integrare la nomina del Consorzio Venezia Nuova, e poi ancora c'è il provveditorato di competenza sulle acque su cui stiamo facendo una valutazione".

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Cdm: stanziati 20 milioni

Nel tardo pomeriggio di ieri è terminato il Consiglio dei ministri sul disastro: via libera alla dichiarazione dello stato d'emergenza per le aree colpite dal maltempo. Per Venezia è stato disposto lo stanziamento di 20 milioni di euro per far fronte ai primi interventi.

Risarcimenti

Riguardo al ristoro dei danni, il premier Conte ha puntualizzato che ci sono due fasi. "La prima fase ci consentirà di indennizzare privati ed esercenti commerciali: sino a 5 mila euro per i privati e gli esercenti fino ai 20 mila euro. Questi soldi potranno arrivare subito. Poi chi ha danni più consistenti, ovviamente, li quantificheremo con più calma e dietro l'istruttoria tecnica potranno esser liquidati anche danni maggiori", ha spiegato.

Anche la ministra De Micheli è entrata nella questione relativa ai risarcimenti: "Per ora ci sono solo interventi di natura straordinaria sulle emergenze i primi giorni sono legati alle cose da fare per ripristinare il massimo della normalità possibile in queste condizioni. Gli interventi di risarcimento vanno prima valutati con i tempi tecnici di chi deve fare i sopralluoghi. Si parla di danni incalcolabili ma in realtà noi non possiamo quantificare ora. Per la parte pubblica ci vorranno 15 giorni o 3 settimane un po' di più per i privati. Per i privati non ci sarà il risarcimento al 100%. Non c'è uno strumento legislativo. Possiamo arrivare fino al massimo all'80% secondo la legge di bilancio 2016 e un intervento forfettario fino a 20 mila euro per chi ha avuto meno danni. Il 100% di risarcimento oggi nella legislazione è previsto solo per i terremotati".

Mose: polemiche e supercommissario 

"Servono ancora 400 milioni per completare il Mose, i soldi ci sono, non sono fermi per la burocrazia", ha detto il ministro De Micheli che, a chi ha chiesto se il Mose entrerà in funzione entro il 2021, ha risposto: "L'obiettivo è quello, spero però che ci siano utilizzi parziali anche prima. Gli stanziamenti ci sono e vanno usati per questo. Spero che degli utilizzi parziali inizino anche prima". La ministra ha inoltre confermato che il supercommissario per il Mose "sarà Elisabetta Spitz", ex direttore dell'Agenzia del Demanio e architetto. 

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ZAIA - "Mose non è un'opera della Regione del Veneto, la Regione non c'entra nulla dal punto di vista operativo e di finanziamenti del Mose" puntualizza il Presidente della Regione Veneto Zaia. "Sott'acqua abbiamo un investimento pari a 5 miliardi di euro - prosegue - si dice che è quasi ultimato e per metterlo in funzione ci vorranno 80/100 milioni di euro l'anno. Bisogna metterlo in funzione e vedremo se funziona. Tra l'altro Mose è un modello unico mai stato collaudato dal vivo, le paratie sono sott'acqua e c'è già la corrosione. Aspettare ancora fino al 2021 mi sembra tanto. E' un'opera faraonica: sott'acqua ci sono dei grattacieli in cemento armato".

CACCIARI - Anche Massimo Cacciari, tre volte sindaco di Venezia, interviene sulla questione: "Il governo attuale e la ministra Paola De Micheli sono innocenti, ma lei non sa nulla e non si è informata su questa vicenda. Zaia invece sa tutto. È stato per anni vicepresidente di Galan, ed era stato colui che aveva sponsorizzato la realizzazione del Mose. E ancora: "Fin dall'inizio io e altri che, a differenza di me, si intendevano di ingegneria e idraulica, abbiamo contestato tecnicamente la scelta del Mose, senza che nessuno nelle sedi adeguate prendesse in considerazione le mie critiche, i dati e le analisi che via via negli anni ho fornito. In trent'anni "il Mose ha divorato tutte le risorse che la legge speciale attribuiva a Venezia per la manutenzione pubblica o i restauri dei privati, centinaia di milioni all'anno. Mose ha divorato tutto con gli applausi di Galan, di Zaia che è stato vicepresidente di Galan per anni, di Brugnaro che è stato presidente della Confindustria veneziana. Erano tutti per il Mose, scatenati. E ora stanno lì a dire che l'opera non funziona, e la ministra De Micheli fa l'agnostica. Ma scherziamo?".

BRUGNARO - "Voglio ringraziare il Governo - io sono un sindaco civico con alleanze di centrodestra per cui non voto questo governo - ma voglio ringraziare il Presidente del Consiglio e il Ministro delle infrastrutture - aggiunge - per l'attenzione che stanno dimostrando stando qua", ha dichiarato il sindaco di Venezia. A proposito del Mose dice: "Adesso vogliamo partecipare, vogliamo vedere le carte, vedere i cantieri e sapere cosa sta succedendo, ci siamo rotti le scatole e penso che, assieme a noi, troviamo tutti gli italiani. Questa volta a controllare, però, non sarà un politico ma un imprenditore, qualcuno che viene dal mondo del lavoro. Venezia non è solo dei veneziani ma un rilancio per tutta l'Italia, ce la dobbiamo fare perchè il mondo ci guarda, dobbiamo essere degni della nostra civiltà".

DI MAIO - Tutti concordi nel dire che il Mose va terminato, compreso Di Maio che dice: opere come il Mose sono "nate vecchie e infarcite di tangenti e corruzione" ma "ora, benché non sia la migliore soluzione possibile, va terminata al più presto per proteggere Venezia subito".