Giovedì 25 Aprile 2024

Vaccini Italia: a che punto siamo? Il report in Pdf regione per regione

Come ogni venerdì, il governo pubblica i dati con le vaccinazioni per categoria. Speranza: "Chi rifiuta un vaccino va in coda". Su J&J l'Ema decide il 20 aprile

Vaccini: il report settimanale

Vaccini: il report settimanale

Roma, 16 aprile 2021 - Il punto sui vaccini anti Covid in Italia - come ogni venerdì - è stato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio. Perché il piano nazionale possa funzionare, resta il nodo del vaccino Johnson & Johnson, messo in stand by dall'Ema. E bisognerà attendere ancora qualche giorno: il 20 aprile l'Ema comunicherà i risultati della sua valutazione sul vaccino Janssen della J&J, relativi a casi di eventi tromboembolici.

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Intanto il ministro della Salute Roberto Speranza, in conferenza stampa sulle riaperture insieme al premier Mario Draghi, avverte: "Chi rifiuterà di farsi il vaccino andrà in coda a tutti gli altri". L'obiettivo del governo è di vaccinare entro giugno tutti gli over 60 almeno con una dose. Il governo punta molto sulle vaccinazioni anche per favorire le riaperture (qui i nuovi colori delle regioni), mentre i dati del bollettino quotidiano sono ancora molto alti.

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Il report settimanale

In Italia oltre 10 milioni di persone hanno ricevuto almeno una dose di un vaccino anti-Covid, secondo i dati del ministero della Salute, e hanno quindi una qualche forma di protezione dal coronavirus. Di questi, oltre 4,2 milioni hanno ricevuto anche il richiamo. Oggi è stata raggiunta anche la soglia del 50% con almeno una dose tra gli over 70 (over 80 compresi). 

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La campagna accelera

Oltre 10,1 milioni di prime dosi somministrate, una media di 291mila al giorno nell'ultima settimana, l'83,8% di dosi inoculate su quelle consegnate (14,3 su 17,1 milioni). La campagna vaccinale "sta accelerando", ha sottolineato il ministro della Salute Roberto Speranza nella sua informativa di ieri alla Camera e i numeri sembrano confermarlo, ma il traguardo indicato di somministrare entro giugno "la prima dose al target sopra i 60 anni, dove si sono concentrati il 95% dei decessi" - non appare facilissimo da raggiungere. 

Le priorità di Figliuolo

A scandire indirettamente tempi e modi dell''impresà è sempre l'ordinanza del 9 aprile del commissario straordinario all'emergenza, generale Francesco Paolo Figliuolo, che - su input del premier Draghi - fissava un rigoroso "ordine di priorità" valido per tutte le regioni: -  over 80 e le persone "con elevata fragilità" (più familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari) - persone di età compresa tra i 70 e i 79 anni e i 60-69 anni. Parallelamente va completata la vaccinazione di tutto il personale sanitario e sociosanitario - le altre categorie considerate prioritarie dal Piano nazionale - solo a obiettivo raggiunto, a meno di indicazioni diverse nel frattempo, si potrà pensare a 'forzare' il criterio anagrafico magari privilegiando determinate categorie produttive o aree geografiche di particolare interesse turistico (in accordo con le realtà locali e con una adeguata disponibilità di dosi). 

La situazione a oggi

Finora ha avuto la prima dose solo un italiano su 6: gli over 80 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino sono il 76,09% e quelli già immunizzati poco meno della metà (il 45,19%) mentre quasi un quarto, il 23,9% - in numeri assoluti poco più di un milione - è ancora in attesa della prima dose.  E se le percentuali di immunizzati cominciano a essere davvero considerevoli - in media tre su 4 - sia tra gli operatori sanitari sia tra gli ospiti delle Rsa, la situazione appare molto meno incoraggiante tra i 70-79enni: quelli che hanno ricevuto la prima dose sono il 30,14%, quelli che hanno avuto entrambe le dosi appena il 3,4%. Mentre 4,2 milioni di persone appartenenti a questa fascia d'età sono ancora in attesa della prima. 

Le 500mila dosi al giorno

Alla struttura commissariale si continua a lavorare a pieno ritmo e si confida di poter raggiungere presto l'obiettivo del mezzo milione di vaccinazioni al giorno, ma per arrivarci - e restare su quella media - è indispensabile che il cronoprogramma delle forniture sia rispettato. Tra dicembre e marzo sono arrivate 14 milioni di dosi, da qui a giugno dovremmo riceverne oltre il triplo: la stima 'prudenziale' su cui lavora Figliuolo è di 45 milioni. Due giorni fa Pfizer ha annunciato che anticiperà per l'Unione europea 50 milioni di dosi dal quarto al secondo trimestre (il 13,46%, poco meno di 7 milioni, è destinato all'Italia).  E tra pochi giorni potrebbe giungere il via libera dell'Ema per Johnson&Johnson. Che se anche fosse 'limitato' a certe fasce d'età, essendo monodose, darebbe un contributo importante alla campagna.