"Johnson & Johnson agli over 60". Come cambia il piano vaccini in Italia

L’Aifa sta valutando di seguire il modello AstraZeneca. L’Italia conta su 26,5 milioni di dosi del siero Janssen

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Un brivido corre per la schiena del generale Figliuolo: dover fare a meno di Johnson & Johnosn dopo aver già a mezzo servizio AstraZeneca: un’eventualità che obbligherebbe a riscrivere nuovamente il piano vaccinale, ma che oggi non può essere esclusa, anzi. Il generale ha la schiena dritta e non ammetterebbe mai timori.

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Secondo il commissario, fanno anzi sapere dal governo, le dosi di J & J destinate all’Italia sono per adesso poche, dunque l’impatto è modesto e il piano va avanti. L’ottimismo della volontà. Anche il ministro egli Affari Regionali Maria Stella Gelmini butta acqua sul fuoco. "Al momento – dice al Tg2 – è previsto dal 15 al 22 aprile l’arrivo di 4,2 milioni di dosi, di queste solo 180mila sono Johnson & Johnson. Al momento c’è questo stop che giustamente ci preoccupa. Ma l’aspetto positivo è che c’è grande trasparenza e sorveglianza. Dobbiamo affidarci ad Aifa ed Ema, aspettare le loro valutazioni, ma il blocco di J&J ha un impatto molto limitato sul piano di vaccinazioni" . Per ora.

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La Johnson & Johnson ha infatti sottoscritto un contratto con l’Ue per 200 milioni di dosi nel 2021, delle quali 26 milioni e 571 mila all’Italia. Di queste 7 milioni e 307 sarebbero (il condizionale è quantomai d’obbligo) attese nel secondo trimestre: oltre alle 184 mila già arrivate a Pratica di Mare, altre 200 mila sono attese per fine aprile e poi circa 2,4 milioni a maggio e 4 milioni e mezzo a giugno. E poi sarebbero dovute arrivare 15 milioni e 943 mila dosi nel terzo trimestre e 3 milioni e 321 mila nel quarto. Una quantità significativa, che si pesava di usare per vaccinare – dopo la scelta di riservare l’AstraZeneca agli over 60 e Pfizer e Moderna agli over 80 e ai fragili – a 26 milioni di persone parte della categoria produttiva: utilissimo per garantire la stagione turistica estiva.

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Ora, chissà. "La campagna continua con sempre maggior vigore – dice il direttore dell’Iss Silvio Brusaferro, dopo il vertice al ministero –, ma visto quanto l’azienda stessa ha deciso abbiamo scelto di tenere in stand-by le dosi arrivate e distribuirle solo quando ci sarà maggiore chiarezza sulla sicurezza del vaccino. Ci auguriamo che potranno bastare pochi giorni". "Il vaccino J&J – sottolinea al Tg1 il direttore generale dell’Aifa, Nicola Magrini – è altamente sicuro con rapporto rischio-beneficio chiaramente favorevole, come è stato dimostrato dagli studi. Ma ci sono molte similitudini con il vaccino AstraZeneca, le limitazioni sono quindi possibili e ragionevoli e sarà probabilmente la direzione verso la quale ci si muoverà tutti assieme" . "Se, come credo, nell’arco di due o tre giorni o forse anche meno si potrà avere di nuovo semaforo verde per riprendere la campagna vaccinale – ha aggiunto Magrini a Porta a Porta – valuteremo se dare il vaccino Johnson & Johnosn agli over 60 e così partire da chi ha immediato bisogno di essere vaccinato, la popolazione più anziana".

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Sostanzialmente un bis di quanto visto per l’AstraZeneca. Bene per gli anziani. Ma se il blocco non si risolve del tutto in una decina di giorni, il problema sarà per chi ha meno di 60 anni. Se il via libera (come è probabile) sarà limitato agli over 60 dovremo di fatto vaccinare chi sta sotto quell’età con i soli Pfizer e Moderna, ma non potremo farlo prima che siano stati vaccinati gli over 80 e i fragili. Anche ammesso e non concesso che non ci siano altri problemi, un altri ritardo nella vaccinazione degli under 60 sarebbe praticamente inevitabile.