Venerdì 26 Aprile 2024

Migranti, tre italiani su cinque con la Lega

Il 57% favorevole alla blindatura dei porti. Riaprirli sarebbe una sconfitta per il 65%. Un italiano su due crede che solo la linea dura spingerà gli altri Stati ad accogliere gli stranieri

Un migrante a bordo dell'Aquarius (Ansa)

Un migrante a bordo dell'Aquarius (Ansa)

Roma, 17 giugno 2018 - Mentre altre due navi delle organizzazioni volontarie cariche di migranti sono in rotta verso le coste siciliane, gli italiani non vogliono che il governo arretri sulla posizione di chiudere i porti per impedire gli attracchi. La pensa così il 57% della popolazione che condivide il comportamento del Ministro dell’Interno Salvini. Non solo. Visto che già martedì con l’Aquarius si è adottata questa strategia, per poi costringere l’inversione di rotta verso la Spagna che si è dichiarata disponibile ad accoglierla, per il 65% dei cittadini comportarsi in maniera diversa con le altre navi in arrivo sarebbe una sconfitta del governo.

È anche vero che il titolare del Viminale ha dichiarato ieri che anche per la Lifeline e la Seefuchs partite dalla Libia non sarà possibile approdare nel nostro Paese. Quindi la linea dura del governo italiano sembra essere condivisa dalla maggioranza degli italiani, anche perché per ben il 78% la tematica dell’immigrazione è uno dei principali problemi che il nuovo esecutivo deve affrontare e risolvere.

image   Al contempo anche il giudizio rispetto alle Organizzazioni non governative non è di estrema fiducia. Dopo l’inchiesta giudiziaria dello scorso anno in cui furono intercettati alcuni scafisti che prendevano accordi con i soccorritori volontari in mare, la fiducia che in questo tipo di organizzazioni era massima è fortemente diminuita. Prima dello scandalo si registrava un plebiscito, poi il crollo: in poco più di un anno dall’87% al 53%. Al di là del fatto che le Ong ricevono comunque giudizi positivi da una lieve maggioranza della popolazione, c’è da evidenziare il trend della perdita di reputazione che è molto marcato.

Pertanto oggi ci si trova in un contesto in cui l’Italia da anni è diventata approdo di navi cariche di clandestini, si è iniziato a mettere in dubbio la correttezza delle organizzazioni volontarie, l’Europa ha fatto orecchie da mercante rispetto alle richieste del nostro Paese di condivisione della problematica, tutto questo ha generato al momento una sorta di insofferenza sociale verso la tematica dell’immigrazione, e quindi il giudizio della popolazione è diventato contrario verso qualsiasi forma di apertura nei confronti degli sbarchi.   Anche nei termini della trattativa con l’Europa la quota maggiore degli italiani (52%) è di anteporre a qualsiasi dialogo un comportamento che prevede la linea dura dell’Italia, in quanto si pensa che solo adottando strategie forti si potrà in futuro trovare un accordo con l’Unione europea, in modo tale che anche gli altri Stati possano essere di supporto, e quindi accogliere una parte dei clandestini che sbarcano nei nostri porti. Le posizioni estreme, quindi, sembrano in questo momento avere la maggiore condivisione da parte della popolazione. Però, anche se si giustifica la linea dura, gli italiani sono più propensi (56%) a cercare alleati per risolvere questa problematica tra le nazioni più moderate dell’Europa come la Francia e la Spagna che non con l’asse Vienna-Budapest (32%) in cui invece prevale una posizione eccessivamente di chiusura puntando sulla "accoglienza zero".

In queste prime due settimane del nuovo governo l’immigrazione è stata la tematica principale, dopo il caso dell’Aquarius addirittura si stava consumando una frattura istituzionale tra la Francia e l’Italia. D’altronde la campagna elettorale su questo era stata chiara, per la Lega è stato uno dei punti principali della comunicazione politica. Forse siamo solo all’inizio.