Trieste, 13 giugno 2022 - Liliana Resinovich, domani sono sei mesi dall'inizio del giallo di Trieste. La 63enne sparì da casa la mattina di martedì 14 dicembre. Venne ritrovata cadavere il 5 gennaio, in un boschetto nel parco dell'ex ospedale psichiatrico, nel suo stesso quartiere San Giovanni. Il corpo - senza segni di violenza, ha stabilito l'autopsia - era rannicchiato in due sacchi neri, di quelli che si usano per i rifiuti. Un dettaglio che è parso subito irrituale per chi non crede al suicidio.
Liliana Resinovich, il mistero continua. "La scena sembra costruita". Fissata l'udienza
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"Scompenso cardiaco acuto", la causa di morte in un'inchiesta rimasta senza indagati. Sono stati mesi di ipotesi e anche di veleni. Sotto i riflettori sono finiti in tanti. Tra questi sicuramente c'è Fulvio Covalero, che aveva conosciuto Lilly da ragazza.
Signor Covalero, lei da subito ha temuto che Liliana Resinovich fosse morta. Ha anche aggiunto: non voglio che sia in giro come spazzatura. Perché l’ha pensato? Lilly è stata trovata proprio in due sacchi neri, di quelli che servono per i rifiuti. "Ho detto, voglio che sia sepolta degnamente e non sia lasciata in giro come spazzatura. Se Liliana è stato uccisa, o meglio se la sua morte è stata provocata accidentalmente come io credo, è chiaro che il corpo non poteva essere abbandonato nelle vie principali di Trieste o in periferia". E ha pensato a quell'immagine, i rifiuti? "Non sopportavo l’idea che Liliana fosse buttata da qualche parte come spazzatura in un bosco o in riva al mare. Questo ho dichiarato più volte". Una premonizione? "Ma no, casomai una provocazione per chi aveva fatto sparire Liliana. Avevo lo stesso scopo anche quando scrivevo post dedicati a un 'caro conosciuto'. Così ho scritto il 1 gennaio". Come un segno di disprezzo. "Sì, per provocare sensi di colpa". Poi è andato a cercare Liliana con Claudio Sterpin, il 26 dicembre. "Lui mi aveva chiamato il giorno di Natale. Ci conosciamo dai tempi delle gare di atletica, era l’inizio degli anni 80". Anche lei, Fulvio, era innamorato di Liliana Resinovich? "No assolutamente, la conoscevo dagli anni Settanta, direi dal '72, sono 50 anni di vita. Lei avrà avuto 17-18 anni, io ne avevo 23. Il rapporto era come tra fratello e sorella. Le feste e le scampagnate nel Carso, eravamo decine di ragazzi, era un ambiente quasi Scout. Giradischi, salsicce cotte sul fuoco. Cose semplici”. Liliana Resinovich non aveva segni di violenza, non aveva segni di avvelenamento. Che idea si è fatto della sua morte? Può essere stata naturale? "Non è stata accoltellata, nessuno le ha sparato. Sono convinto che Liliana sia rimasta vittima di una forte aggressione verbale. Si è sentita male per quello ed è morta. Era assieme a qualcuno che non poteva giustificare la sua presenza. Qualcuno che poi l'ha fatta sparire. Alla fine non m'interessa tanto sapere chi è stato. Ma vorrei sapere come è morta Lilly".