Liliana Resinovich: i consulenti, il suicidio e quello che non torna nel giallo di Trieste

Gli elementi ancora misteriosi sulla fine della 63enne trovata cadavere in un parco. Nessun commento dalla procura

Trieste, 16 agosto 2022 - Liliana Resinovich si è suicidata ed è morta per asfissia? La conclusione della consulenza richiesta dalla procura invece che chiudere il giallo di Trieste riaccende i riflettori sugli elementi ancora misteriosi. Il fratello Sergio rifiuta quella conclusione e insiste: Lilly è stata uccisa. Ma anche chi invece considera fin dall'inizio l'ipotesi che la 63enne si sia tolta la vita come la più probabile, resta comunque perplesso di fronte alla data di morte ipotizzata.

Liliana Resinovich "morta per soffocamento". Depositata la perizia della procura

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Per i consulenti della procura, infatti, Liliana Resinovich si sarebbe uccisa 2-3 giorni prima che il suo cadavere venisse scoperto, il 5 gennaio, in un boschetto dell'ex ospedale psichiatrico, poco distante dalla sua abitazione nel quartiere San Giovanni. La casa che la donna, pensionata della Regione Friuli Venezia Giulia, divideva con il marito Sebastiano Visintin.

"La data di morte non torna"

Liliana Resinovich scomparve da casa la mattina del 14 dicembre 2021. Così la domanda che tutti si fanno - vale per chi crede all'ipotesi del suicidio e per chi invece è convinto che si tratti di omicidio - è la stessa: dov'è rimasta Lilly per tutto quel tempo?

Se lo chiede anche Iva, la fruttivendola di via San Cilino che ha raccontato agli investigatori di aver visto passare Lilly davanti alla sua bottega, quel martedì mattina di dicembre, tra le 8.30 e le 9 del mattino. "L'ho riconosciuta, era lei - ripete anche oggi la commerciante al telefono -. E aveva uno sguardo cupo che non dimenticherò mai. Continuo a pensare che si sia uccisa quel giorno stesso".

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Nessun commento dalla procura

Massimo riserbo dagli investigatori. Nessun commento, quando la bozza della consulenza è trapelata, da parte del procuratore capo Antonio De Nicolo. Che fin dall'inizio della vicenda ha sempre mantenuto un profilo basso.

"La terza via"

Tra gli increduli c'è Fulvio Covalero, amico di gioventù che mette in fila una serie di quesiti. Ripete: "Liliana non aveva alcun motivo per suicidarsi, non era depressa. E chi si toglie la vita dopo aver assunto degli integratori?". Tracce di quelle sostanze sono state trovate infatti nello stomaco, assieme ai resti di una colazione. Covalero si chiede anche: "E per tutti quei giorni non si sarebbe lavata o cambiata?". L'amico resta convinto che lo scompenso cardiaco acuto identificato a suo tempo dall'autopsia come causa di morte sia stato provocato da "una violenta discussione verbale". Né omicidio né suicidio, quindi, ma una terza via.

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