Liliana Resinovich "morta per soffocamento". Depositata la perizia della procura

I consulenti: "Il cadavere non presenta lesioni traumatiche possibili causa o concausa di morte"

Trieste, 31 ottobre 2022 - È morta per soffocamento Liliana Resinovich, la 63enne scomparsa a Trieste il 14 dicembre dello scorso anno e trovata senza vita il 5 gennaio nel boschetto vicino all'ex ospedale psichiatrico della città giuliana.

Una foto tratta dal profilo Facebook di Liliana Resinovich (Ansa)
Una foto tratta dal profilo Facebook di Liliana Resinovich (Ansa)

La donna è deceduta per "morte asfittica tipo spazio confinato (plastic bag suffocation), senza importanti legature o emorragie presenti al collo" e la morte risalirebbe a "48-60 ore circa prima del rinvenimento del cadavere stesso". Sono le conclusioni dei consulenti del pm, Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, incaricati dalla Procura di Trieste di indicare l'epoca della morte e le cause che l'hanno determinata. Della perizia erano filtrate già in agosto diverse informazioni, ma le carte non erano ancora state depositate, cosa che invece ora è avvenuta come comunica la stessa Procura. Si conferma, quindi, quanto già trapelato nei mesi scorsi. Restanto tuttavia ancora diversi dubbi intorno al giallo di Trieste. Gli esperti sono convinti che si sia trattato di suicidio. Il corpo di Liliana fu trovato vestito, avvolto da due sacchi della spazzatura. 

Il fratello della donna, Sergio Resinovich, ha rifiutato fin da subito la tesi del gesto estremo: è convinto che la sorella sia stata uccisa. In settembre, l'uomo aveva annunciato l'intenzione di chiedere nuove indagini sul corpo di Liliana "per eliminare così le tante ombre che ancora permangono sulla fine di mia sorella". 

La perizia

Scrivono i consulenti - dopo il confronto con i consulenti nominati dalle altre parti, che "il cadavere non presenta lesioni traumatiche possibili causa o concausa di morte, con assenza per esempio di solchi e/o emorragie al collo, con assenza di lesioni da difesa, con vesti del tutto integre e normoindossate, senza chiara evidenza di azione di terzi". A questo punto, la Procura dovrà valutare "se le indagini preliminari possano dirsi completate o se invece siano opportune ulteriori attività onde non lasciare nulla d'intentato per fare piena luce sull'episodio". Nella nota, però, il Procuratore, Antonio De Nicolo, spiega che nel decidere bisognerà considerare i cambiamenti che verranno introdotti dalla imminente entrata in vigore della riforma penale e le carenze nell'organico dei magistrati.