Liliana Resinovich morta, nel bosco del mistero. "Il marito persona offesa"

Visintin si è affidato a uno studio legale

Liliana Resinovich con il marito Sebastiano Visintin

Liliana Resinovich con il marito Sebastiano Visintin

Treviso, 12 gennaio 2022 - Morte di Liliana Resinovich: ha nominato un avvocato Sebastiano Visintin, marito della donna scomparsa da casa, a Trieste, il 14 dicembre e trovata cadavere il 5 gennaio scorso nel bosco che amava frequentare, siamo nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste, distante almeno un chilometro e mezzo da casa sua. Riconosciuta anche dal marito, che nel frattempo si è affidato allo studio legale di Paolo e Alice Bevilacqua.

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La nomina è stata depositata oggi in Procura a Trieste. Al momento per la vicenda non risultano indagati. Visintin ha nominato un legale in quanto persona offesa. Sempre oggi è stato nominato un medico legale di parte, Raffaele Barisani, che ha già preso contatti con il medico legale della Procura con cui si relazionerà. 

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Spiega Alice Bevilacqua: "Sebastiano Visintin è in un comprensibile stato confusionale. Anche per questo si è trovato a dire conse contraddittorie. Fino ad oggi ha sempre aperto la porta di casa, ha accolto tutti e ha parlato. Si è affidato a noi come persona offesa. Abbiamo nominato un consulente medico legale di parte".

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I protagonisti

Liliana, Lilly per gli amici, è sparita la mattina del 14 dicembre, tra la telefonata all'amico 82enne Claudio Sterpin, che l'aspettava come ogni martedì, e la non risposta al fratello, alle 9.20. Secondo una commerciante, la donna sarebbe passata davanti alla sua vetrina, proprio in quella fascia oraria. Ma i due telefonini e la borsetta sono stati trovati a casa. 

Fin dai primi momenti si sono mossi gli amici storici. Quelli come Fulvio Covalero, che se la ricorda da ragazzina, "quando si era felici di andare tutti insieme a fare una grigliata nel Carso". Covalero ha organizzato anche una camminata silenziosa, per ricordare Lilly. E se l'è presa con chi ha subito imbastito processi, arrivando a individuare un colpevole.

L'inchiesta

Rimanendo però ai fatti: l'inchiesta è a tutt'oggi senza indagati. Il reato ipotizzato, ha spiegato anche ieri il procuratore capo Antonio De Nicolo - che ha deciso di parlare solo attraverso comunicati stampa - è quello di sequestro di persona. Nemmeno l'autopsia ha dato una risposta sicura a questa domanda: Lilly è stata uccisa? 

"Al momento - ha scritto ieri il procuratore -, non v’è ragione per modificare la rubricazione del fascicolo processuale, aperto all’indomani della scomparsa di Liliana Resinovich a carico di ignoti per l’ipotesi di sequestro di persona ex art. 605 del codice penale: infatti allo stato non vi sono motivi per privilegiare l’ipotesi che il decesso sia avvenuto a causa di condotte altrui rispetto a quella del decesso avvenuto per mano propria".

Insomma gli investigatori continuano a non escludere l'ipotesi del suicidio, alla quale gli amici non credono. Il cadavere era avvolto in due sacchi, di quelli usati per i rifiuti, la testa chiusa in due sacchetti di plastica. 

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L'autopsia

L’autopsia non ha sciolto tutti i nodi. La donna è morta per "scompenso cardiaco acuto", come ha stabilito il medico legale Fulvio Costantinides, e non sono stati rilevati "traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso", ha riferito la Procura. Per conoscere con attendibilità l’effettiva causa del decesso è necessario attendere gli esiti degli esami tossicologici.