Liliana Resinovich, la criminologa: contrari alla richiesta di archiviazione. Ecco perché

Giallo di Trieste: Gabriella Marano, nel team di professionisti che assiste il fratello Sergio, annuncia opposizione e ne spiega i motivi

Trieste, 22 febbraio 2023 - "Liliana non si è suicidata, è stata uccisa. Per questo vogliamo opporci alla richiesta di archiviazione. Abbiamo un mese di tempo per farlo". Sono le convinzioni e l'annuncio di Gabriella Marano, psicologa e criminologa forense, nel team di professionisti che assiste il fratello di Lilly, Sergio, da sempre convinto che la sorella sia stata ammazzata.

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Liliana Resinovich: la difesa del fratello e l'opposizione alla richiesta di archiviazione
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"Ecco perché vogliamo opporci all'archiviazione"

"Certo - riconosce Marano, che su Lilly ha firmato anche l'autopsai psicologica - dobbiamo ancora leggere tutti gli atti. Ma da una valutazione unitaria e globale dei risultati arriviamo alla conclusione opposta: non è stato un suicidio. Il punto centrale? La procura sostiene che la data della morte non è importante. Invece per noi è fondamentale capire dove è stata Lilly, perché mancava all'appello dal 14 dicembre e il decesso viene fatto risalire a due giorni prima del ritiovamento, quindi al 3 gennaio 2022". Liliana Resinovich è stata infatti scoperta cadavere nei boschi dell'ex ospedale psichiatrico il 5. ed

Liliana Resinovich e i sacchetti di plastica

Osserva la criminologa: "L'inchiesta era stata aperta per sequestro di persona, quindi è importante ricostruire dove è stata Lilly. Inoltre, la medicina legale demolisce l'ipotesi del suicidio con il sacchetto di plastica. La casistica di riferimento infatti è molto diversa, si tratta di soggetti depressi che avevano subìto un lutto importante, che erano positivi alla tossicologia, cosa che invece è stata scartata per Liliana Resinovich. E poi sulla scena non c'erano solo i sacchetti di plastica in testa ma anche quelli da rifiuti che coprivano il corpo".

Il ruolo dell'autopsia psicologica

Tra gli elementi sempre ripetuti negli ultimi mesi c'è anche "il ruolo dell'autopsia psicologica. Il suicidio come l'omicidio hanno bisogno di un movente, perché Liliana avrebbe dovuto suicidarsi". È vero, però, che manca anche una spiegazione per il delitto. Marano però insiste: "Lilly cercava in rete la parola divorzio, non suicidio. La consulenza informatica conferma quindi il racconto di Claudio Sterpin. L'autopsia psicologica non è la Bibbia ma ci può dare  indicazioni precise. La riesumazione del corpo? No, non la chiederemo. Ma siamo decisi a opporci alla richiesta di archiviazione, abbiamo 30 giorni per farlo".