Giovedì 25 Aprile 2024

Napoli, la nuova strategia dialettica di Spalletti

Via alle frasi a effetto e spazio a una politica apparentemente più arrendevole per togliere pressione ai giocatori

Luciano Spalletti (Ansa)

Luciano Spalletti (Ansa)

Napoli, 17 aprile 2022 - In attesa del cambio di marcia della squadra al Maradona, dove finora sono arrivate più delusioni che gioie, la prima metamorfosi da registrare è quella dialettica di Luciano Spalletti, che dopo aver caricato a lungo i suoi giocatori ora, alla vigilia della volata finale del campionato, tenta un approccio diverso forse in un certo senso suggerito dai piani alti della società.

Il piano A

A tal riguardo l'indizio buono - se non qualcosa in più - lo ha fornito in settimana Cristiano Giuntoli, che a Radio Kiss Kiss ha analizzato a modo suo i problemi che assillano il Napoli a Fuorigrotta. Troppa pressione: è questa in estrema sintesi la diagnosi emessa dal ds, che ha chiaramente parlato di una formazione che sotto stress rende peggio. Il riferimento principale era ovviamente al tifo indiavolato del Maradona che spesso sortisce gli effetti opposti, ma forse anche alla politica attuata di solito da Spalletti, un maestro della comunicazione in Serie A forse secondo solo a José Mourinho, suo prossimo avversario a Pasquetta: due tecnici bravi a scaldare l'atmosfera già prima di certe partite che, per il peso che si portano dietro, probabilmente necessitano di una 'presentazione' opposta. Specialmente poi in piazze già roventi come appunto Napoli e Roma dove le aspettative finiscono spesso per tradire anche i giocatori dai nervi d'acciaio. Insomma, fallito il piano A, quello che prevedeva da parte di Spalletti l'utilizzo di termini pomposi spesso al limite del melodrammatico, a Castel Volturno si passa a una politica dialettica più soft inaugurata da una sorta di resa sul fronte scudetto: il Napoli non solo non è il grande favorito per il titolo, ma in un certo senso si tira quasi fuori dalla bagarre.

Il piano B

Beato chi ci crede, verrebbe da dire. E giustamente: gli azzurri hanno invece la totale intenzione di continuare a cavalcare l'onda buona, sperando nel frattempo che qualcuno lì davanti (in particolare l'Inter) prima o poi deragli dai binari. Arrivati a questo punto del campionato non potrebbe essere altrimenti: il destino non è più in mano ai partenopei, che con un pizzico di sano realismo fanno bene a ridimensionare un po' il sogno ma, contemporaneamente, prima di abdicare del tutto è giusto provare una nuova strategia che possa aiutare i propri giocatori e magari anche confondere gli avversari. Se poi l'inaugurazione del piano B arriva al cospetto di un maestro della comunicazione come Mourinho allora la vicenda si fa ancora più interessante.

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