Mercoledì 24 Aprile 2024

Presidenti di Camera e Senato, il vertice dei capigruppo fallisce

M5s non parla con Berlusconi. "Il leader del centrodestra è Salvini, no a un Nazareno bis". Martina: "Il gioco dei veti ha bloccato tutto" L'ANALISI Di Maio contro Silvio, è stallo - di P.F.DE ROBERTIS Elezioni presidente Camera e Senato, a che ora iniziano e come funziona Presidenza della Camera, si fa il nome di Roberto Fico Cosa fa il presidente della Camera, compiti e funzioni

Luigi di Maio (Ansa)

Luigi di Maio (Ansa)

Roma, 22 marzo 2018 - Finisce con un nulla di fatto il vertice dei capigruppo di tutte le forze politiche per trovare un accordo sui nomi per le presidenze di Camera e Senato prima del voto di domani. Il M5s si è rifiutato di parlare con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. M5s, viene spiegato, considera un solo leader di centrodestra: Matteo Salvini. Insomma, nessuna volontà di 'legittimare' come interlocutore il leader azzurro. Un muro che però fa saltare il banco, con Forza Italia che reputa il 'no' dei 5 stelle "inaccettabile" e la Lega che al momento fa quadrato e non cede sulla linea decisa nel pomeriggio durante il nuovo summit tra Berlusconi, Meloni e Salvini: il centrodestra resta unito sul nome di Romani, rispedito al mittente dai pentastellati in quanto condannato con sentenza definitiva. 

L'ANALISI Di Maio contro Silvio, è stallo - di P.F.DE ROBERTIS

Elezioni presidente Camera e Senato, a che ora iniziano e come funziona

Se la situazione dovesse restare quella attuale, viene spiegato, i nomi su cui il centrodestra punterà sono quelli di Paolo Romani per il Senato e Giancarlo Giorgetti per la Camera. Vale a dire, si torna alla casella di partenza, nessuno 'scambio' con i 5 stelle. Che, a loro volta, restano fermi - almeno questa è la linea ufficiale - sul nome di Roberto Fico per la Camera, anche se crescono i timori che venga 'impallinato' grazie al voto segreto. In alternativa, ma si tratta di indiscrezioni non confermate, potrebbe rispuntare il nome di Fraccaro. La fotografia della giornata, quindi, ritrae un centrodestra che si presenta per ora compatto all'appuntamento con l'avvio della XVIII legislatura: la conferma arriva dallo stesso Salvini che, da Viterbo, spiega che il centrodestra domani voterà unito.

Non solo: Ignazio La Russa, presente al vertice serale per FdI, riferisce che durante la riunione la Lega ha fatto il nome di Romani per la presidenza del Senato. Al contrario, il Movimento 5 stelle appare, sempre stando agli ultimi sviluppi, messo all'angolo: la strategia delineata finora da Di Maio non ha portato i frutti sperati, con il rischio di non veder eletto nessun pentastellato nello scranno più alto di uno dei due rami del Parlamento. Riflettori puntati sul Pd, che potrebbe diventare determinante. La linea dem, ribadita durante la prima assemblea congiunta dei deputati e senatori, è che il partito guidato da Maurizio Martina si siede al tavolo delle trattative solo se il metodo per l'individuazione dei nomi da eleggere è condiviso e non si tratta di scelte fatte ed imposte da altri. Per questo, lo stesso Martina e Lorenzo Guerini hanno preso parte al vertice, ma il Pd non andrà in soccorso di nessuno: il che vuol dire che i dem, conferma Matteo Orfini, "non voteranno Romani" al Senato, né Fico alla Camera, non per pregiudizi sui nomi dei candidati, ma perché figli di un metodo sbagliato.

E in serata torna a farsi sentire Matteo Renzi, che osserva: "Mi pare che nel Pd siamo tutti d'accordo sullo stare all'opposizione. Hanno vinto loro, tocca a loro. Noi saremo seri e faremo un'opposizione intelligente. Ma tocca a loro fare proposte per le cariche istituzionali, tocca a loro fare il Governo. Il segretario reggente, Maurizio Martina, al termine del vertice proposto da Di Maio, osserva: "Il gioco dei veti e dei contro veti ha bloccato tutto ancora una volta e non per colpa del Pd. Pensavamo ci fosse un salto di qualità, uno scatto di responsabilità che purtroppo non c'è stato".

Ma i 5 stelle si difendono e motivano la loro posizione: "Ci hanno chiesto di legittimare Berlusconi che non ha avuto la legittimazione del popolo italiano e non può porre come condizione l'incontro con Di Maio", afferma Danilo Toninelli, che aggiunge: "Il centrodestra è una coalizione che ha un leader e noi parliamo con lui: non siamo disponibili ad un Nazareno bis. Oggi eravamo disposti a rinunciare a due vice presidenze, stasera poteva trasformarsi in un grande successo ma purtroppo non è stato così". Insomma, Forza Italia e M5s scaricano il 'barile' della responsabilità del fallimento della trattativa l'uno sull'altro e il Pd si prepara a votare scheda bianca. Nelle prime votazioni di domani, dove sia alla Camera che al Senato il quorum richiesto è molto alto, anche Forza Italia, così come le altre forze di centrodestra, dovrebbero optare per la scheda bianca. Domattina, prima dell'avvio delle sedute d'Aula si svolgeranno diverse riunioni: alle 9 è già convocata una nuova assemblea congiunta dei parlamentari Pd, stessa cosa faranno i 5 stelle, mentre non si esclude un nuovo incontro al vertice a palazzo Grazioli con i leader.  

Cosa fa il presidente della Camera, compiti e funzioni

Presidenti di Camera e Senato, regole e tempi dell'elezione. Chi sono i 'candidati'

"Per rispetto del voto degli italiani, ribadisco la nostra disponibilità a riconoscere ai 5 stelle la presidenza di una delle due camere. Invitiamo tutti i gruppi presenti in Parlamento a essere responsabili e a scegliere nel nome della più ampia partecipazione", ha detto Salvini in una nota diffusa dopo il nulla di fatto al vertice. 

Parole che sono state accolte dai vertici del Movimento come "un buon segnale". Lo apprende l'ANSA da fonti del M5S che smentiscono qualsiasi ipotesi - rimbalzata in queste ultimissime ore nei rumors parlamentari - di un "piano B" al Senato che comprenda la possibilità di votare un candidato del Pd. 

LA PARTITA DEI CAPIGRUPPO -  Intanto i partiti devono anche decidere i futuri capigruppo. I nomi emergono alla spicciolata, anche se la scelta sta mandando in fibrillazione il Pd, provato dalla sconfitta elettorale e dalle conseguenti divisioni interne. Difficile per i dem trovare una linea condivisa nell'era post-Renzi. L'ex segretario punterebbe a mantenere un 'controllo' sul partito attraverso le figure dei capigruppo, ma le altre 'anime' dem preferirebbero figure meno 'renziane'. Comunque crcolano i nomi di Lorenzo Guerini o la riconferma di Ettore Rosato per la Camera, vicini all'ex segretario, ma anche non 'sgraditi' alle altre anime dem. Per il Senato è circolato il nome del renziano Andrea Marcucci, ma anche quello della ministra della Difesa, Roberta Pinotti. Nel tardo pomeriggio i democratici hanno fatto sapere che l'elezioni dei capigruppo avverrà dopo quelle dei presidenti delle Camere ed entro il 27 marzo.

La Lega, intanto, elegge capogruppo a Montecitorio Giancarlo Giorgetti, dopo che Massimiliano Fedriga è diventato il candidato del centrodestra in Friuli Venezia e Giulia.  Già a poche ore dai risultati elettorali, Di Maio ha indicato Danilo Toninelli al Senato e Giulia Grillo alla Camera