Venerdì 26 Aprile 2024

Mariolina Castellone (M5s):"Sulla guerra serve cambio di passo. L’escalation è pericolosa"

La vicepresidente del Senato in quota Cinque Stelle e l’invio delle armi all’Ucraina. "Siamo arrivati ad addestrare i loro soldati, non è questa la soluzione. Il Pd? Ha deluso milioni di cittadini che lo avevano visto in piazza per la pace"

"Più che la nostra, conta la delusione dei milioni di cittadini che avevano accolto le dichiarazioni del Pd e lo avevano trovato in piazza a chiedere la pace". La senatrice 5 stelle Mariolina Castellone, vicepresidente di palazzo Madama, commenta così il voto a favore dell’invio di armi che non ha segnato discontinuità tra il Pd di Elly Schlein e quello di Letta.

Senatrice Castellone, siete rimasti sorpresi dal mancato cambio di passo sulla guerra da parte del Pd?

"Siamo preoccupati. Perché ormai l’escalation è sempre più concreta e difficile da arginare. Siamo passati dai giubbotti antiproiettile, all’invio di carri armati e missili e adesso all’addestramento dei soldati ucraini. Dal capo di stato maggiore Usa Milley a quello della nostra difesa Cavo Dragone, molti autorevoli esponenti militari sottolineano l’impossibilità della soluzione armata per un conflitto che non possiamo permetterci nel cuore dell’Europa".

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Mariolina Castellone, 47 anni, vicepresidente del Senato per il Movimento 5S
Mariolina Castellone, 47 anni, vicepresidente del Senato per il Movimento 5S

Che invece sembra sempre più inerte tanto rispetto a Russia e Cina quanto pure rispetto a Usa e Nato...

"L’Europa rischia di fare la fine del vaso di coccio tra due vasi di ferro. Dall’inizio chiediamo maggiore protagonismo: perché non è in gioco solo l’interesse geopolitico dell’Ue, ma quello economico, industriale, energetico. Essere protagonisti della mediazione diplomatica significa anche fare gli interessi dell’Italia, come dovrebbe aver chiaro un governo che si definisce patriottico. Quando si parla di difesa comune rivendico il cambio di paradigma adottato per uscire dalla crisi pandemica anche grazie al governo Conte: come allora abbiamo condiviso il debito, così oggi dobbiamo gestire insieme la politica energetica e di difesa per essere protagonisti nello scenario mondiale".

Su salario minimo, diritti delle famiglie omogenitoriali, riforma fiscale quali margini di intervento comune in parlamento e fuori ritiene possibile col Pd?

"Aspettiamo che questi obiettivi siano condivisi alla prova dei fatti. Il rammarico è quello di non aver approvato la legge sul salario minimo nella scorsa legislatura, quando avevamo i numeri per farlo e gli altri non ci hanno appoggiato".

Il salario minimo in Germania è 12 euro, in Francia 10: 9 euro non rasenta lo sfruttamento?

"E’ una soglia di garanzia e risponde a una richiesta dell’Europa. Naturalmente ci auguriamo che sia superata dalla maggior parte dei contratti che oggi spesso sono molto più bassi, come nel caso della vigilanza privata o delle Rsa del Piemonte che pagavano infermieri e operatori sanitari solo 5 euro in pandemia. Purtroppo dall’opposizione sarà una battaglia difficile dal momento che il governo non vuol saperne".

Non è stato un boomerang lasciar catalizzare il dibattito dal tema dell’utero in affitto invece di accantonarlo a favore della più ampia questione delle adozioni e i diritti delle coppie omogenitoriali (e non solo)?

"Su questo si sta facendo moltissima confusione alimentata dalla propaganda. Fino a pochi anni fa non si riconoscevano i figli nati fuori dal matrimonio, eppure oggi sembra scontato. Quando parliamo di diritti è doveroso tener conto delle trasformazioni sociali. La commercializzazione della gravidanza in Italia è e resta reato. Il tema è un altro: garantire diritti a bambini nati in paesi in cui questa pratica è legale. Devono essere riconosciuti o messi in orfanotrofio? Sono problemi che vanno risolti".

Nel 2024 si svolgeranno sia le europee sia importanti elezioni amministrative. Come 5 stelle una politica unitaria a partire da comuni e regioni può esser vantaggiosa o svantaggiosa rispetto al Pd?

"Il concetto per noi è sempre lo stesso: le alleanze non sono mai a tutti i costi, dipendono da progetti validi per i territori e rappresentati da persone che incarnino senza equivoci i nostri valori. Per noi conta il progetto. La nostra identità e collocazione nel fronte progressista è netta. Quella delle altre forze politiche mi pare ancora in evoluzione".