Italian Prime Minister, Giorgia Meloni, delivers a speech at the Lower House ahead of the upcoming European Council meeting scheduled for 23-24 March, Rome, Italy, 22 March 2023. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

La premier Giorgia meloni nell'aula della Camera (Ansa)

Roma, 22 marzo 2023 - Giorgia Meloni torna a difendere l'operato del suo governo sul naufragio di Cutro e sull'emergenza migranti alla Camera nel corso delle comunicazioni in vista del Consiglio Europeo del 23 e 24 marzo. La premier ribatte alle opposizioni su superbonus, case green e auto elettriche, ma intanto non sfugge l'assenza dei ministri della Lega in Aula. Unico esponente del Carroccio presente il responsabile dell'Istruzione Giuseppe Valditara, che minimizza su quei banchi vuoti. "Siamo tutti stra-impegnati", risponde ai cronisti che lo incalzano. "La Lega assente dai banchi del governo. L'intervento di ieri in Senato del capogruppo contro la linea della Meloni sull'Ucraina. Questo esecutivo è già in crisi. Per le ragioni sbagliate", commenta il leader di Azione Carlo Calenda su Twitter.  Meloni: sul patto di stabilità la Ue impari dai suoi errori. Ucraina, linea chiara  Migranti e caso Cutro "Abbiamo raccontato quanto è accaduto a Cutro minuto per minuto, ma si continua a dire implicitamente che il governo non avrebbe salvato queste persone che mancanza di volontà", ha detto la premier nella replica sulle comunicazioni in vista del Consigio Europeo, rimarcando che l'esecutivo "non ha mai negato la segnalazione di Frontex" solo che questa era "la segnalazione della presenza della nave" e non una "segnalazione di difficoltà". "In uno Stato di diritti i colpevoli li stabiliscono le prove. Al di là dei commenti avvilenti sul fatto che sia o meno una madre e mi comporti o meno da madre" ai "colleghi sfugge la conseguenza di questo dibattito: dall'inizio del mio mandato l'Italia ha salvato 36.500 persone in mare, e siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro e raccontare, di fronte a questo sforzo, che lasceremmo bambini morire è una calunnia nei confronti dello Stato italiano, e delle forze dell'ordine che stanno facendo sacrifici enormi", ha aggiunto la presidente del Consiglio. "O volete dire che ci sono uomini delle Forze dell'ordine che non salverebbero bambini perchè gli dà questa indicazione il Governo. È una mancanza di rispetto anche verso di loro", ha ribadito.  Botta e risposta con Bonelli Botta e risposta poi il verde Angelo Bonelli. "Un'altra bugia della presidente Meloni mentre attacca il regolamento sull'auto è sul perché danneggerà l'economia. È una bugia in primis perché dopo il 2035 le auto a motore endotermiche potranno continuare a circolare, ma comunico alla presidente, che tutte le industrie automobilistiche del mondo hanno deciso di produrre solo elettrico: chi nel 2030 e chi nel 2035. Stellantis 2030, Volvo 2030. Se fosse per questo governo ci sposteremmo ancora con il calesse trainato dai cavalli", ha detto l'esponente di Avs, tirando fuori anche il problema siccità. Bonelli ha mostrato alcuni sassi presi dall'Adige, facendo sorridere la premier. "Lei continua a ridere, non c'è problema, è una questione di stile", ha detto il parlamentare. Molto suggestivi "i sassi dell'Adige" ma "io non sono Mosè... non ho prosciugato io l'Adige", ha replicato Meloni. La siccità - ha proseguito - "non dipende dal governo in carica", ma "da tutto quello che non è stato fatto prima". Detto questo, "siamo d'accordo sul fatto che abbiamo un problema - ha proseguito -. Su cosa non siamo d'accordo, e non vuol dire non crdere nella transizione verde, ma non siamo d'accordo su quali sono le tecnologie necessarie per raggiungere gli obiettivi che l'Europa impone".  "Il punto è non devastare il nostro sistema produttivo - ha detto ancora la presidente del Consiglio -. L'elettrico è la panacea di tutti i mali? Non sono d'accordo. Perché uno deve acriticamente seguire quello che altri sostengono, invece di provare a giocare una sua partita sul piano tecnologico? Ad esempio, sul tema delle auto penso che tutta la sfida che abbiamo già citato sui biocarburanti sia una sfida che l'Italia si può tranquillamente intestare, perché siamo all'avanguardia".  Superbonus e case green La presidente del Consiglio ha anche risposto in merito alla 'stretta' sul superbonus. "Io sono una persona abbastanza distante dal tema dell'austerità, ma se poi per austerità si intende tentare di mettere le pezze a un provvedimento che è costato decine e decine di miliardi, ha lasciato nelle casse dello Stato un buco di 40 miliardi per efficientare meno del 4% degli edifici, scaricando su ogni italiano un debito di 2 mila euro, anche su quelli che una casa non ce l'avevano, per aiutare le banche a lucrarci sopra, quella non è austerità quella è serietà", ha detto.  E riferendosi al complesso dei bonus fiscali concessi a ristrutturazioni edilizie ed efficientamenti energetici, anche in relazione alle future prescrizioni della direttiva Ue 'Case green' ha fatto rilevare: "Paradossalmente, l'esecuzione di un ampio spettro di interventi di riqualificazione compiuti prima del 2025 rischia di risultare inutile, perché i criteri tecnici e le metodologie che sono esistenti oggi verranno modificati entro il 2025, in base a scenari e a parametri che ad oggi non sono ancora definiti, ma che dovranno risultare in grado di consentire il miglioramento di efficienza per la gran parte degli edifici. Di conseguenza, anche gli immobili oggetto di interventi finanziati con le varie forme di incentivi fiscali potrebbero per paradosso risultare non idonei perché nel frattempo sono cambiati i parametri di riferimento".   Nella direttiva sulle case green e sugli interventi di efficientamento "indipendentemente da chi li paga ci sono obiettivi e non vengono garantite le risorse necessarie: i primi target di efficientamente dovranno essere centrati dal 2027, i primi contributi potrebbero partire da 2028 - ha aggiunto -. Il tema non è non se il costo se lo devono caricare le famiglie o lo Stato. Io penso che l'assenza di contributi destinati a questa materia rischia di risolvere questa fattispecie in un ulteriore onere molto complesso in un momento molto difficile, per questo abbiamo preso le posizioni assunte".  L'attacco di Conte Per la premier momenti di attrito anche con il leader del M5s Giuseppe Conte. "Le devo riconoscere che lei la faccia ce la mette, ma è una faccia di bronzo" come quella che lei ieri in Senato "ha detto di mettere sulle armi" da inviare in Ucraina, ha detto l'ex premier, sottolineando che rispetto a marzo 2022 (quando il M5s votò a favore) le armi inviate a Kiev da "difensive sono diventate sempre più offensive". "Ci state trascinando di gran carriera in guerra ignorando che in un conflitto scatenato da una potenza nucleare non ci sono vincitori", ha dichiarato ancora Conte mentre la premier scuoteva la testa e si copriva il volto in segno di incredulità. "Presidente Meloni, le ha affermato che preferirebbe dimettersi piuttosto che andare in Europa come ho fatto io. Ma è inutile ricordarle che io sono andato in Europa e ho riportato in Italia 209 miliardi, mentre lei non ha portato nulla e in compenso rischia di farci perdere i soldi del Pnrr", ha quindi continuato il leader pentastellato. "Ma anche stavolta - ha incalzato Conte - non rispondo all'insulto", anzi, le rispondo "con parole non mie: 'L'Italia esce in piedi e riconosco a Conte di essersi battuto'. Ebbene, queste sono parole pronunciate nel 2020 da un'agguerrita deputata FdI che in uno scatto di onestà intellettuale riconobbe i risultati del mio governo. Si chiamava Giorgia Meloni. Complimenti per l'ennesimo voltafaccia".  Il pranzo da Mattarella Alla fine l'Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza relativa alle comunicazioni della presidente del Consiglio. Approvata anche una parte della risoluzione del Terzo Polo, su cui sono arrivati anche i voti della maggioranza considerato il parere favorevole del governo. Respinti, invece, tutti gli altri testi presentati dalle opposizioni. La premier Meloni è stata poi ospite al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella per una colazione di lavoro proprio in vista del vertice Ue. Con lei i ministri Tajani, Crosetto, Giorgetti, Urso, Fitto e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

Politica

Roma, 22 marzo 2023 - Giorgia Meloni torna a difendere l'operato del suo governo sul naufragio di Cutro e sull'emergenza migranti alla Camera nel corso delle comunicazioni&nbsp;in vista del Consiglio Europeo del 23 e 24 marzo. La premier ribatte alle opposizioni su superbonus, case green e auto elettriche, ma intanto non sfugge&nbsp;l'assenza dei&nbsp;ministri della Lega in Aula. Unico esponente del Carroccio presente il responsabile dell'Istruzione Giuseppe&nbsp;Valditara, che&nbsp;minimizza su quei banchi vuoti. "Siamo tutti stra-impegnati",&nbsp;risponde ai cronisti che lo incalzano.&nbsp;"La Lega assente dai banchi del governo. L'intervento di ieri in Senato del capogruppo contro la linea della Meloni sull'Ucraina. Questo esecutivo è già in crisi. Per le ragioni sbagliate", commenta il leader di Azione Carlo Calenda su Twitter.&nbsp; 
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<h2 class="title-paragraph">Migranti e caso Cutro</h2> 
"Abbiamo raccontato quanto è accaduto a Cutro minuto per minuto, ma si continua a dire implicitamente che il governo non avrebbe salvato queste persone che mancanza di volontà", ha detto la premier nella replica sulle comunicazioni in vista del Consigio Europeo, rimarcando che l'esecutivo "non ha mai negato la segnalazione di Frontex" solo che questa era "la segnalazione della presenza della nave" e non una "segnalazione di difficoltà". 
"In uno Stato di diritti i colpevoli li stabiliscono le prove. Al di là dei commenti avvilenti sul fatto che sia o meno una madre e mi comporti o meno da madre" ai "colleghi sfugge la conseguenza di questo dibattito: dall'inizio del mio mandato l'Italia ha salvato 36.500 persone in mare, e siamo stati lasciati da soli a fare questo lavoro e raccontare, di fronte a questo sforzo, che lasceremmo bambini morire è una calunnia nei confronti dello Stato italiano, e delle forze dell'ordine che stanno facendo sacrifici enormi", ha aggiunto la presidente del Consiglio. "O volete dire che ci sono uomini delle Forze dell'ordine che non salverebbero bambini perchè gli dà questa indicazione il Governo. È una mancanza di rispetto anche verso di loro", ha ribadito. 
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<h2 class="title-paragraph">Botta e risposta con Bonelli</h2> 
Botta e risposta poi il verde Angelo Bonelli. "Un'altra bugia della presidente Meloni mentre attacca il regolamento sull'auto è sul perché danneggerà l'economia. È una bugia in primis perché dopo il 2035 le auto a motore endotermiche potranno continuare a circolare, ma comunico alla presidente, che tutte le industrie automobilistiche del mondo hanno deciso di produrre solo elettrico: chi nel 2030 e chi nel 2035. Stellantis 2030, Volvo 2030. Se fosse per questo governo ci sposteremmo ancora con il calesse trainato dai cavalli", ha detto l'esponente di Avs, tirando fuori anche il problema siccità. Bonelli ha mostrato alcuni sassi presi dall'Adige, facendo sorridere la premier.&nbsp;"Lei continua a ridere, non c'è problema, è una questione di stile", ha detto il parlamentare. 
Molto suggestivi "i sassi dell'Adige" ma "io non sono Mosè... non ho prosciugato io l'Adige", ha replicato Meloni. La siccità - ha proseguito - "non dipende dal governo in carica", ma "da tutto quello che non è&nbsp;stato fatto prima". Detto questo, "siamo d'accordo sul fatto che abbiamo un problema - ha proseguito -. Su cosa non siamo d'accordo, e non vuol dire non crdere nella transizione verde, ma non siamo d'accordo su quali sono le tecnologie necessarie per raggiungere gli obiettivi che l'Europa impone".&nbsp;&nbsp;"Il punto è non devastare il nostro sistema produttivo - ha detto ancora la presidente del Consiglio -. L'elettrico è la panacea di tutti i mali? Non sono d'accordo. Perché uno deve acriticamente seguire quello che altri sostengono, invece di provare a giocare una sua partita sul piano tecnologico? Ad esempio, sul tema delle auto penso che tutta la sfida che abbiamo già citato sui biocarburanti sia una sfida che l'Italia si può tranquillamente intestare, perché siamo all'avanguardia". 
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<h2 class="title-paragraph">Superbonus e case green</h2> 
La presidente del Consiglio ha anche risposto in merito alla 'stretta' sul superbonus.&nbsp;"Io sono una persona abbastanza distante dal tema dell'austerità, ma se poi per austerità&nbsp;si intende tentare di mettere le pezze a un provvedimento che è&nbsp;costato decine e decine di miliardi, ha lasciato nelle casse dello Stato un buco di 40 miliardi per efficientare meno del 4% degli edifici, scaricando su ogni italiano un debito di 2 mila euro, anche su quelli che una casa non ce l'avevano, per aiutare le banche a lucrarci sopra, quella non è&nbsp;austerità&nbsp;quella è&nbsp;serietà", ha detto.&nbsp; 
E riferendosi al complesso dei bonus fiscali concessi a ristrutturazioni edilizie ed efficientamenti energetici, anche in relazione alle future prescrizioni della direttiva Ue 'Case green' ha fatto rilevare: "Paradossalmente, l'esecuzione di un ampio spettro di interventi di riqualificazione compiuti prima del 2025 rischia di risultare inutile, perché i criteri tecnici e le metodologie che sono esistenti oggi verranno modificati entro il 2025, in base a scenari e a parametri che ad oggi non sono ancora definiti, ma che dovranno risultare in grado di consentire il miglioramento di efficienza per la gran parte degli edifici. Di conseguenza, anche gli immobili oggetto di interventi finanziati con le varie forme di incentivi fiscali potrebbero per paradosso risultare non idonei perché nel frattempo sono cambiati i parametri di riferimento".&nbsp;&nbsp; 
Nella direttiva sulle case green e sugli interventi di efficientamento "indipendentemente da chi li paga ci sono obiettivi e non vengono garantite le risorse necessarie: i primi target di efficientamente dovranno essere centrati dal 2027, i primi contributi potrebbero partire da 2028 - ha aggiunto -. Il tema non è non se il costo se lo devono caricare le famiglie o lo Stato. Io penso che l'assenza di contributi destinati a questa materia rischia di risolvere questa fattispecie in un ulteriore onere molto complesso in un momento molto difficile, per questo abbiamo preso le posizioni assunte".&nbsp; 
<h2 class="title-paragraph">L'attacco di&nbsp;Conte</h2> 
Per la premier momenti di attrito anche con il leader del M5s Giuseppe Conte. "Le devo riconoscere che lei la faccia ce la mette, ma è una faccia di bronzo" come quella che lei ieri in Senato "ha detto di mettere sulle armi" da inviare in Ucraina, ha detto l'ex premier, sottolineando che rispetto a marzo 2022 (quando il M5s votò a favore)&nbsp;le armi inviate a Kiev&nbsp;da "difensive sono diventate sempre più offensive".&nbsp;"Ci state trascinando di gran carriera in guerra ignorando che in un conflitto scatenato da una potenza nucleare non ci sono vincitori", ha dichiarato ancora Conte mentre la premier scuoteva la testa e si copriva il volto in segno di incredulità. 
"Presidente Meloni, le ha affermato che preferirebbe dimettersi piuttosto che andare in Europa come ho fatto io. Ma è inutile ricordarle che io sono andato in Europa e ho riportato in Italia 209 miliardi, mentre lei non ha portato nulla e in compenso rischia di farci perdere i soldi del Pnrr", ha quindi continuato il leader pentastellato. "Ma anche stavolta - ha incalzato Conte - non rispondo all'insulto", anzi, le rispondo "con parole non mie: 'L'Italia esce in piedi e riconosco a Conte di essersi battuto'. Ebbene, queste sono parole pronunciate nel 2020 da un'agguerrita deputata FdI che in uno scatto di onestà intellettuale riconobbe i risultati del mio governo. Si chiamava Giorgia Meloni. Complimenti per l'ennesimo voltafaccia". 
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<h2 class="title-paragraph">Il pranzo da Mattarella</h2> 
Alla fine l'Aula della Camera ha approvato la risoluzione di maggioranza relativa alle comunicazioni della presidente del Consiglio. Approvata anche una parte della risoluzione del Terzo Polo, su cui sono arrivati anche i voti della maggioranza considerato il parere favorevole del governo. Respinti, invece, tutti gli altri testi presentati dalle opposizioni. La premier Meloni è stata poi ospite al Quirinale dal presidente Sergio Mattarella per una colazione di lavoro proprio in vista del vertice Ue. Con lei&nbsp;i ministri&nbsp;Tajani, Crosetto, Giorgetti, Urso, Fitto e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.

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