Giovedì 25 Aprile 2024

Paco Rabanne, lo stilista 'metallurgico' che rivoluzionò la moda e vestì Barbarella

Morto a 88 anni, il suo estro creativo diede una scossa all'haute couture con le sue donne trasformate in sculture di metallo e il suo uomo astrale

Lo stilista Paco Rabanne (Ansa)

Lo stilista Paco Rabanne (Ansa)

Parigi, 3 febbraio 2023 - Françoise Hardy è bellissima nel costume da bagno di rhodoid di Paco Rabanne che, in quella fine anni Sessanta, si faceva strada nel fashion francese come creativo di rottura, per l’uso di forbici e pinze di metallo invece dell’ago e filo. Tanto che per anni in mondo dorato e pettegolo della couture ha stentato a definirlo stilista. Erano tempi difficili e nuovi quelli, i giovani volevano la rivoluzione delle menti e dei cuori, la solita moda blazè non bastava più. Occorreva una scossa, una provocazione grande, una visione impossibile, quasi una non-moda, qualcosa da sognare ma impossibile da classificare. E oggi che Paco Rabanne è morto a 88 anni in un paese francese manca ancora di più il suo graffio provocatore, la sua donna come una scultura di metallo, il suo uomo astrale, l’aver sempre puntato alle stelle e al loro universo per passerelle semplicemente stupefacenti. Lui nato come Francisco Rabaneda Curvo, figlio di un ufficiale e di una sarta magistrale che lavorava nell’atelier di Cristobal Balenciaga e che, evidentemente, gli ha trasmesso un’idea di bellezza unica quanto fuori dai canoni. Da questo magma sono nati i costumi di 'Barbarella' chiesti da un giovane Roger Vadim a questo inventore di vestiti quasi come divise per metallurgici del futuro, con una travolgente e minigonnata Jane Fonda. Ed ecco nascere in un attimo la moda Space Age, copiatissima anche oggi da numerosi creativi affascinati da queste fantasmagorie di piastrelle di rhodoid o carta plastificata, come da piastrelle di alluminio, che hanno invano cercato di imitarlo. Mai di superarlo in genialità. Un punto in più segnato solo da Gianni Versace con le sottovesti in maglia di metallo, altro mito dello stile contemporaneo.

Paco è stato un gigante e la sua moda "inutile" come la definiva ha giocato su molti tavoli, dalla fondazione della sua maison nel 1966 e prima con la creazione di strabilianti e "feroci" bijoux di metallo perfino per l’aulico Monsieur Givency che gli hanno permesso primi guadagni, fama e curiosità. Scuotendo dal mito gli atelier allora sonnacchiosi, perché l’alta moda arrancava sotto la noia dello chiffon e il vento della rivoluzione giovanile. Perciò per Rabanne fu subito trionfo, con le modelle in minigonne ma per niente sfacciate perché come sigillate nel metallo e dunque in una corazza di seduzione senza uguali. Nel 1971 la Chambre Syndcale lo porta del calendario ufficiale delle sfilate parigine che non lascerà fino al 1999, anno in cui decide di ritirarsi, forse per dedicarsi agli amati studi esoterici e alla cura dei suoi immensi profumi come il dorato One Million, che oggi è tanto di moda nella generazione Z. Venduta la società al colosso della profumeria Puig, anch’esso spagnolo (oggi le collezioni sono disegnate da Julien Dossena), Paco si è come dissolto nella sua poesia di una moda folle e strampa, con un ricordo di eccessi - viva Dio - poco commerciali. Perché quello che ha sempre provocato nel pubblico che lo ha sempre ammirato per coraggio e un po' di sana superbia è stato sempre puro stupore.