Mercoledì 24 Aprile 2024

Tutti pistole e famiglia: memorabilia da gangster

All’asta da Julien’s gioielli, abiti e armi dei più feroci malavitosi. Con gli scritti e i filmini di Al Capone a Spilotro, tanto affettuosi con i figli

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di Giovanni Bogani

Anche i gangster hanno fatto la storia d’America. Perché la storia degli Stati Uniti non è stata scritta solo dai "buoni". È una storia di violenza, di lotte per il predominio di un territorio. Di coraggio, anche: gente che cavalcava solitaria, in vari modi, in sella a un cavallo o su una moto, con una Colt 45, un fucile, un mitra, sapendo che il confine fra la vita e la morte può essere molto labile. Gente che cavalcava solitaria verso i confini di un continente, verso e oltre la frontiera. Anche la frontiera del crimine.

I gangster avevano nomi da mitologia moderna. Sam "MoMo" Giancana, Charlie "Lucky" Luciano, Tony "Formica" Spilotro. E naturalmente Al "Scarface" Capone. Gente che uccideva. E che, come tutti, amava, scriveva lettere d’amore, magari dopo avere ammazzato o fatto ammazzare qualcuno.

A loro, ai loro oggetti, alla storia che questi oggetti raccontano, è dedicata l’asta che avrà luogo a Beverly Hills, domenica 28 agosto, di Julien’s Auction. (su www.julienslive.com, dalle 10 del mattino ora di Los Angeles). Il titolo dell’asta è: “The Mob: i più famosi oggetti della storia del crimine organizzato“. The dark side of the Mafia, potremmo dire. Anche se la sorpresa è data dal disvelamento del lato “sentimentale“ dei boss, perlopiù nei confronti della famiglia. C’è una lettera scritta da Al Capone, ormai dietro le sbarre nel carcere di Alcatraz, in cui Scarface scrive al figlio Albert Francis “Sonny“ Capone come sia la vita in prigione, come abbia imparato a suonare il mandolino (non a caso il suo hobby era comporre canzoni d’amore), e di come non veda l’ora di riabbracciare i suoi cari, magari nel giro di un anno, chissà.

Quei malavitosi spesso erano affettuosi, in famiglia. Qualcuno di loro era appassionato di home movies, di filmini familiari in super8. Come Anthony Spilotro, il capo di una gang che operò negli anni ’70, ispirazione per il personaggio di Joe Pesci nel film Casino di Martin Scorsese. Ci sono tutti i suoi filmini, e anche la cinepresa con cui li ha realizzati. Affettuosi, e credenti: tra una collezione di pugnali e una di fucili, non mancano rosari, crocifissi, santini con la Madonna. Ci sono anche gangster che hanno ricevuto medaglie. Una – ora all’asta – fu consegnata, in gran segreto, dal presidente americano Harry Truman a Meyer Lansky, il gangster russo ebreo, amico fedele di Lucky Luciano. Lansky fece di Las Vegas la capitale mondiale del gioco d’azzardo – e uno dei paradisi del crimine. Ma fu anche prezioso per l’esercito americano durante la Seconda guerra mondiale: e con i suoi contatti con la mafia siciliana, favorì lo sbarco in Sicilia degli Alleati. L’inizio della fine della seconda guerra mondiale.

Ovviamente, i gangster sparavano. Poteva mancare una pistola Smith & Wesson? Ce n’è una, una calibro 38, appartenuta a – e molto probabilmente utilizzata da – Joey Aiuppa. Alcuni gangster, prima di dedicarsi a uccidere il prossimo, si erano dedicati alla boxe. Mickey Cohen era un campione degli incontri clandestini. Finita la carriera di pugile, Cohen iniziò quella di criminale, con successo ancora maggiore. All’asta ci sono i suoi guantoni da boxe. E poi i gioielli: i segni del potere, del successo, del lusso. Le mazze da golf, le scarpe e gli “sciccosi“ calzascarpe firmati (Gucci), i bastoni da passeggio. I dadi in argento. Gli anelli di diamanti, gli orecchini d’oro delle donne dei vari boss, come Virginia Hill, "pupa" del boss Bugsy Siegel. E in mezzo a raffinate statuette cinesi e a cravatte di seta, tra gli oggetti di Vincent “Jimmy Blue Eyes“ Alo spunta anche un biglietto di ringraziamenti firmato Frank Sinatra.

Altri oggetti vengono da altri angoli della Storia americana. Fucili e uniformi della battaglia di Little Big Horn, quella che vide protagonista e vittima il generale Custer. Un bastone finemente lavorato, appartenuto a Buffalo Bill. E, da una frontiera all’altra, dal West alla Luna: una serie di oggetti del programma spaziale Mercury.

Raccontare una storia, attraverso gli oggetti. Le cose, in fondo, dicono chi siamo. Raccontano, a volte, una storia segreta. La casa d’aste Julien è specializzata in oggetti di divi, di grandi personaggi della storia americana. È di Julien il record per la vendita del vestito più caro al mondo. Quello che Marilyn Monroe indossò per cantare il suo "Happy Birthday Mr. President".

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