Giovedì 25 Aprile 2024

Social network, gli utenti 'a favore' sono più degli hater: si cerca apprezzamento

Uno studio rivela che le posizioni 'contro' sono una minoranza: online la tendenza è supportare una causa (qualunque) e non contrastarla

Anche sui social cerchiamo l'apprezzamento degli altri

Anche sui social cerchiamo l'apprezzamento degli altri

Basta pubblicare su Facebook o su Twitter o su un altro social un'opinione qualunque su un argomento controverso, e rischia di scatenarsi una battaglia fra sostenitori e contrari che spesso trascende i confini del confronto civile e finisce a insulti. C'è sempre chi si lancia all'attacco: qualcuno che desidera controbattere in buona fede, oppure un hater avvelenato o un troll. Tuttavia, la dinamica di come gli schieramenti scendono in campo in realtà seguirebbe più la logica di fornire supporto a una causa, piuttosto che di combatterla. Secondo una ricerca condotta dalle Università di Toronto e Stanford, la gran parte dei commenti e dei repost prende la forma di espressioni di appoggio e condivisione, mentre quelle di opposizione sono una netta minoranza, indipendentemente dal fatto che l'argomento sia "negativo" o "positivo".

Pro o contro le armi da fuoco?

Vediamo un esempio riportato dai ricercatori in merito al controllo delle armi da fuoco, questione caldissima in Nord America: gli utenti sono più inclini a esprimersi in termini del tipo "Sono a favore di consentire l'uso delle pistole", oppure "Sono a favore di proibire l'uso delle pistole", invece che rispettivamente "Sono contrario a consentire l'uso delle pistole" o "Sono contrario a proibire l'uso delle pistole". In poche parole, gli utenti che partecipano alla discussione, quale che sia il lato della barricata (pro o contro), tendono ad allinearsi e a scrivere molto più spesso "sono d'accordo" piuttosto che "non sono d'accordo".

Gli utenti si schierano a favore delle opinioni

Gli esperti hanno condotto varie analisi e studi sul campo per verificare la validità delle loro osservazioni. Ad esempio, esaminando un cospicuo campione di tweet nell'arco di un mese hanno rilevato che 50mila si configuravano appunto come opinioni a supporto di un certo argomento, mentre solo poco più di mille intervenivano dichiarandosi in disaccordo. I tweet confezionati con espressioni e linguaggio favorevoli erano retwittati in media 624 volte, rispetto alle 28 dei tweet con contenuti di dissenso. Il meccanismo si è rivelato sempre uguale anche intorno ad altri temi che tendono a dividere, dal matrimonio fra persone dello stesso sesso al succitato controllo delle armi, dall'autoisolamento come misura per contrastare la pandemia al sostegno o meno nei confronti di personaggi politici e di marchi commerciali.

Cerchiamo l'apprezzamento degli altri

I ricercatori ne danno una spiegazione psicologica. Quando esprimiamo il nostro appoggio a un'opinione, sentiamo che i nostri valori e la nostra identità vengono affermati con più forza tanto a noi stessi quanto agli occhi degli altri. In aggiunta, per quanto molte persone sostengano il contrario, di solito tendiamo a cercare l'apprezzamento degli altri: schierarsi pubblicamente con un'opinione che condividiamo, postare una dichiarazione di consenso su Facebook o fare un retweet, è quindi anche un modo per fare bella figura e sentirsi parte di una cerchia sociale (e social). Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology.

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