Venerdì 26 Aprile 2024

Disincanto, la serie TV Netflix che non convince

Non è una brutta serie animata, ma paga il confronto con i precedenti di Matt Groening ('I Simpson', 'Futurama') e con la concorrenza in streaming

Venerdì 17 agosto Netflix pubblicherà la prima stagione di 'Disincanto', serie TV creata da Matt Groening, l'autore di pietre miliari dell'animazione televisiva come i 'Simpsons' e 'Futurama'. Precedenti alla mano si comprende l'attesa da parte dei fan, ma anche il parziale disappunto espresso dalla critica che ha potuto guardare in anticipo i primi episodi. Procediamo con ordine. DISINCANTO, LA SERIE TV 'Disincanto' vuole essere una parodia del genere fantasy, un po' come 'Futurama' lo è della fantascienza. La storia è ambientata a Dreamland, dove la principessa Bean, ribelle e alcolista, combina un guai dietro l'altro, mal consigliata da un demone di nome Luci e seguita a fatica da un essere vede di nome Elfo (che unisce i tratti di un nano e un elfo). IL TRAILER IN ITALIANO DISINCANTO: COME VEDERLA Considerato il successo di Matt Groening con le serie animate, Netflix ha ordinato a scatola chiusa ben due stagioni di 'Disincanto', cioè venti episodi della durata di 20-25 minuti l'uno. I primi dieci saranno disponibili in streaming a partire da venerdì 17 agosto, mentre l'uscita dei restanti è ancora da fissare ufficialmente. PERCHÉ NON CONVINCE? Presa da sola, 'Disincanto' non è affatto una brutta serie TV ed è in grado di offrire ai fan dell'animazione televisiva un intrattenimento dignitosissimo e qualche risata politicamente scorretta. I dubbi nascono inserendola in un contesto che, oltre ai 'Simpson' e a 'Futurama', vanta anche la presenza di prodotti come 'BoJack Horseman' e 'Big Mouth' (questi ultimi due sono su Netflix). Il confronto fa emergere una certa mancanza di sostanza, perché, a differenza delle serie appena citate, 'Disincanto' non riesce a parodiare efficacemente la cultura popolare né a riverberare una satira nei confronti della società contemporanea. Non era obbligatorio farlo, per carità, ma molti giornalisti se l'aspettavano proprio guardando ai precedenti di Matt Groening e all'esempio virtuoso delle altre serie animate di Netflix. Insomma, gli abbonati al servizio di streaming hanno di fronte un buon prodotto, ma non il migliore possibile. Leggi anche: - Tom Hardy lascia la recitazione? - Ruby Rose è Batwoman, prima eroina dichiaratamente gay - Cinque serie TV che parlano di donne e lo fanno bene