Mercoledì 24 Aprile 2024

Mastandrea, guerra tra poveri e risate amare "Ma non è un’Armata Brancaleone"

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di Silvio Danese

Primo italiano di Piazza Grande di Locarno ‘75, “ll pataffio“ scritto e diretto da Francesco Lagi dal romanzo di Luigi Malerba è una commedia di fame, carestia, guerra tra poveri e risate amare. Tra Berlocchio (Lino Musella), "marconte" di una corte poveraccia alla conquista d’un castello e i castellani ribelli più poveracci e straccioni capitanati dal "democratico" Migone (Valerio Mastandrea), il costume lontano, il destino dei personaggi, vanità e speranze, sanno di presente.

Nel dubbio, Mastandrea pare chiaro: "Spero che questa commedia resti in sala fino al giorno delle elezioni, perché vale come uno spot su temi di fondo del Paese. Il mio personaggio sta morendo di fame in un mondo di carestia e malattie. Quando riesce a mangiare, accettando la corruzione di Berlocchio che punta al feudo, sente quanto si sta sporcando, corrompendo. Prova a essere come i presunti ricchi, ma il cibo lo distrugge. È uno che inventa il socialismo, e ci muore. Come i politici dei movimenti". Continua Mastrandrea: "Sta venendo fuori tanta voglia di medioevo, oggi: la cancellazione del diritto di aborto, la povertà crescente, il razzismo. In questo senso vedere il film finito mi ha fatto pensare che è una favola nera con ambizioni alte, l’ho detto al regista, e il nostro lavoro fa commedia in un modo nuovo. La commedia intellettuale, una certa tradizione italiana, non prende più".

La riduzione farsesca, la lingua italiana primordiale desunta dai dialoghi, il cast (c’è anche un Gassmann frate sfigurato) chiamano “L’armata Brancaleone“ di Monicelli, ma siamo in altra zona formale secondo il regista: "Ho pensato meno a Monicelli, anche per la lingua, piuttosto che al Decamerone di Boccaccio, e anche a Pasolini. Quanto a Malerba è direi cattivo con questi personaggi".

Prodotto da Marta Donzelli e Gregorio Paonessa per Vivo Film, interpretato anche da Giorgio Tirabassi, Viviana Cangiano, Pina Di Gennaro, “Il pataffio“ va in sala il 18 agosto, con le "musiche antiche di Stefano Bollani: "Un early music per clavicembalo, ma le parole di ‘Il Salmo di San Ghirigoro’ e ‘Culi culagni’ sono di Malerba".

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