La Pira indicò la via: "Organizzare la pace"

La guerra in Ucraina riporta d’attualità l’insegnamento del “sindaco santo“: la supremazia del diritto internazionale e un Trattato equo

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di Antonio Patuelli

In queste terribili settimane di guerra russo-ucraina crescono le più varie invocazioni alla pace e talvolta viene citato anche Giorgio La Pira che, oltre mezzo secolo fa, assunse importanti iniziative internazionali, particolarmente coraggiose e inedite in quel tempo.

Ho conosciuto Giorgio La Pira, ho seguito le sue lezioni e sostenuto con lui un esame di Diritto romano nell’Università di Firenze dove insegnava a Giurisprudenza e dove ho conosciuto altri illustri docenti, fra i quali tre addirittura, poi, sono diventati anche Presidenti della Corte Costituzionale, Paolo Grossi, Ugo De Siervo e Cesare Mirabelli, quando attigua era la Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” dove insegnavano personaggi come Giovanni Spadolini, Giovanni Sartori, Silvano Tosi e Alberto Predieri.

Appena arrivai a Firenze per iscrivermi all’Università riuscii ad essere ricevuto da La Pira che nei mesi freddi viveva in una clinica privata fornita, ovviamente, del riscaldamento che, invece, mancava nel Convento di San Marco, sua principale dimora, dove era stato colpito da pericolose broncopolmoniti.

Subito compresi che in La Pira vi era, oltre a insigne cultura, un forte spirito mistico e messianico non sempre compreso durante le lezioni universitarie dove serenamente tollerava talvolta degli irriguardosi schiamazzi. Inoltre lo incontravo spesso nelle vie centrali fiorentine ed ogni volta era disponibile al colloquio e al ragionamento aperto.

Le lezioni di La Pira di Diritto romano solitamente si svolgevano prendendo spunto dal Digesto, dalla codificazione dell’antico diritto della romanità classica, realizzata con Giustiniano imperatore a Costantinopoli (che è raffigurato solennemente nella Basilica di San Vitale a Ravenna).

Uno studente a turno veniva incoraggiato a leggere qualche riga del Digesto a sua scelta e il professor La Pira ne prendeva spunto per le lezioni che sempre partivano dall’antico diritto romano che egli interpretava anche come connesso con i contemporanei diritti dei popoli, in particolare col diritto internazionale e la tutela dei diritti umani.

Al culmine di questi ragionamenti concatenati, che dal diritto romano portavano ai conflitti allora in corso, Giorgio La Pira concludeva solennemente con una sua memorabile e vera massima, una specie di bussola sempre attualissima. Insomma, sentenziava il professore, "è molto più facile organizzare la guerra che organizzare la pace".

Quella massima lapiriana è particolarmente valida ed attuale oggi di fronte al violento conflitto russo-ucraino: organizzare la pace significa, infatti, innanzitutto ripristinare la supremazia del diritto internazionale attraverso un equo Trattato di Pace, internazionalmente riconosciuto e garantito: è proprio ciò che è ora complesso concretizzare, ma che deve essere realizzato al più presto.

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