Venerdì 26 Aprile 2024

Il segreto del cono gelato

Giovanni

Morandi

importante è non fermarsi davanti ai problemi, essere determinati e avere una certa dose di genialità. Successe così anche a Italo, che si era stancato di comprare bicchieri per riempirli di gelato e vederli rompere. Così inventò la macchinetta per fare i coni gelato. Successe a New York ma lui veniva da un paese del Veneto. Aveva deciso di andare a cercare fortuna in America perché a casa non rimettevano il pranzo con la cena. Abitava a Peaio di Cadore, frazione di Vodo, una manciata di case di legno, le Dolomiti sullo sfondo. Accanto alla chiesa oggi c’è il monumento dedicato al cono gelato, un monumento vero, col piedistallo, un cono gelato di bronzo, l’omaggio a Italo. Non sarà l’invenzione del secolo ma è pur sempre un’altra medaglia che si aggiunge alle tante che possiamo vantare. Una macchinetta che risolse il problema dei bicchieri di vetro che andavano in frantumi, o che venivano rubati. Così Italo risolse molto di più che un problema di packaging perché il contenitore divenne una gradita componente del contenuto e non solo un mezzo ma un sapore in più. Innovazione che ha rivoluzionato la vendita di gelati nel mondo, una genialata archiviata a New York con il brevetto numero 746971, 1903. Come tutte le invenzioni che si rispettino c’è anche qui un contenzioso e un concorrente – un cugino di Italo - che dice: no, l’invenzione è mia. La giustizia non è mai venuta a capo della contesa e Italo è rimasto l’unico Archimede del gelato portato a passeggio.

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