Giovedì 25 Aprile 2024

Fenomenologia di Shakespeare: è l’Hegel inedito

Scoperte 4mila pagine di trascrizioni delle lezioni a Heidelberg, alla base del pensiero del filosofo. "L’arte? È armonia tra astrazione e realtà"

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di Riccardo Jannello

Le quattromila pagine inedite di lezioni impartite da Georg Wilhelm Friedrich Hegel all’università di Heidelberg fra il 1816 e il 1818, trascritte da un allievo, non cambieranno del tutto la comprensione del filosofo tedesco, ma di certo daranno maggiore impulso agli studi su alcuni principi basilari per l’autore della Fenomenologia dello spirito. Per esempio su arte, religione, estetica e libertà che il maestro dell’idealismo spiega studiando gli autori del passato, con particolare interesse per Shakespeare, attraverso il quale Hegel sviluppa le proprie idee e interpreta le nostre esperienze.

Inoltre questi fogli rappresenteranno, come sostiene Adriano Tassi, suo studioso e traduttore, un "ulteriore e significativo punto di approccio verso il pensatore che vive immerso nel suo tempo". La loro riscoperta ci porta alla "filosofia viva", fatta di concetti espressi pubblicamente e colloquialmente senza la freddezza con la quale sono redatti i copiosi volumi della pubblicistica. Questa scoperta fa tornare alla visione socratica della filosofia raccontata ai discepoli. Se poi l’allievo che ha redatto materialmente questi appunti è Friedrich Wilhelm Carové, che ha seguito il maestro anche a Berlino, bisogna tenere conto che si tratta di un personaggio rivoluzionario, che sicuramente "ha interpretato a suo modo, senza ovviamente tradire il professore, le parole in un contesto particolare che va contestualizzato". Uno studioso serio "ed entusiasta" – sempre secondo Tassi –, ma che per la sua formazione politica non è mai stato accettato nelle accademie e che potrebbe avere travisato qualche concetto.

Il tesoro di Hegel – contenuto in cinque casse che si trovavano in uno sgabuzzino della Biblioteca dell’Arcidiocesi di Monaco di Baviera e Frisinga – è stato scovato dal professor Klaus Vieweg, ordinario di storia della filosofia a Jena. Si tratta di quaderni e fogli sparsi che erano lì da duecento anni, donati all’istituzione religiosa da Friedrich Windischmann, professore di teologia cattolica a Monaco, che li aveva ricevuti dal padre Karl, filosofo e amico di Hegel, il quale sapeva che Carové aveva consegnato quegli appunti a lui come si evince da un epistolario. Da allora le carte erano sparite dai circoli intellettuali e se ne era persa la loro esistenza, restituita ora agli studiosi che potranno esaminarle e valutarle compiutamente.

Il professor Vieweg, con il collega Christian Illes dell’università di Bamberg, ha in progetto di pubblicare questa raccolta di appunti in una serie di volumi. "Il testo – dice Vieweg, orgoglioso di quella che alcuni chiamano già la scoperta filosofica del secolo – mostra Hegel che definisce l’arte come via di mezzo tra pensiero e realtà. Suggerisce che la funzione propria dell’arte è l’armonia tra astrazione e realtà". Le fondamenta di questo suo pensiero – che sarà poi sviluppato nelle successive lezioni di Berlino – sembra venire ancor più a galla in queste trascrizioni nelle quali emergono le idee di Hegel sulla differenza fra arte e religione elaborata attraverso una serie di testi, dalla Poetica di Aristotele alle commedie di Sofocle e Aristofane, all’Amleto di Shakespeare a Goethe e ai Masnadieri di Schiller. Ma è il dramma shakespeariano che lo fa ragionare sui tre paradigmi dell’arte filosofica: simbolico, classico e romantico. "Hegel ci mostra che l’arte – sostiene Vieweg – contribuisce a un’idea che è così fondamentale per le nostre vite d’oggi, che l’educazione porta alla libertà".

In quanto alla bellezza, per Hegel "non è – spiega Tassi – oggetto di una contemplazione statica come può essere un bel tramonto, ma ad esempio guardando un quadro è mediata dall’esperienza di ciascuno". Quanto di Hegel, dopo questa scoperta, potrà ancora sorprenderci? "La comprensione dello sviluppo del pensiero di Hegel è sicuramente migliore adesso – afferma Illes –. E potrebbe esserci dell’altro in arrivo". E se il suo impatto sarà quello delle cinque casse di Monaco ("Questi manoscritti – ha detto Vieweg – sono paragonabili a una nuova partitura di Mozart o Beethoven o a un dipinto di Constable") qualcosa nella storia dell’idealismo hegeliano si potrebbe anche riscrivere.

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