Venerdì 26 Aprile 2024

Ecco l’ultimo fuggiasco Ercolano è la nuova Pompei

Tesori archeologici, lo scheletro scoperto dopo quasi duemila anni dall’eruzione. L’uomo era già in riva al mare ma fu travolto prima di salire su un’imbarcazione

Migration

di Aristide

Malnati

La lava incandescente, portatrice di morte e distruzione, squarcia il buio della notte e colpisce senza pietà a un passo dalla salvezza. Un simile scenario, che con la necessaria fantasia potrebbe far parte di un thriller, è invece una terribile realtà: un episodio, tra i tanti drammi, accaduto a seguito dell’eruzione del Vesuvio che nel 79 d. C. distrusse Pompei e altri centri vicini; un episodio che ci viene raccontato con chirurgica precisione da una sensazionale scoperta archeologica degli ultimi giorni ad opera degli studiosi coordinati da Franceco Sirano, direttore del Parco archeologico di Ercolano, in riva al mare a 15 km da Pompei.

Lo scheletro di un malcapitato devastato dalla lava incandescente e dal calore impressionante (fino a 700 gradi) evidenzia come il poveretto sia stato travolto dagli elementi della natura a pochi passi dal mare, ormai quasi certo di trovare scampo al disastro in corso. "Sembra quasi di assistere a questa scena dell’orrore – sottolinea Sirano –: la sfortunata vittima probabilmente correva veloce verso un’imbarcazione che lo avrebbe portato con altri al sicuro al largo. Tutto sembrava volgersi al meglio per lui, quando poco prima di salire sulla piccola imbarcazione, quasi accecato dal bagliore della lava che arrivava velocissima e da un calore insopportabile si è girato e, probabilmente nell’atto di girarsi, è stato annientato da quella potenza ineluttabile".

Secondo una prima analisi degli esperti la vittima potrebbe non essere stato un cittadino di Ercolano, ma un militare del corpo di soldati specializzati in catastrofi (un po’ come la nostra protezione civile), organizzato prontamente da Plinio il Vecchio per soccorrere la popolazione decimata dall’eruzione del Vesuvio: molti di questi soldati, sbarcati a Ercolano per organizzare la fuga, pagarono con la vita il loro atto di generosità; e addirittura lo stesso Plinio il Vecchio morì travolto dalla lava, mentre si stava arrampicando lungo le pendici del vulcano per carpire i segreti scientifici dell’eruzione (egli era uno studioso di scienze naturali, autore della Naturalis historia, primo trattato enciclopedico della storia).

Tornando alla scoperta sul fronte mare di Ercolano, tutt’intorno allo scheletro sono emersi resti di travi, parti di abitazioni annerite e blocchi di marmo anche pesanti, che facevano parte di edifici di prestigio andati distrutti: il risultato di un’improvvisa azione devastatrice di una consistente e inaspettata colata di lava che – dicono gli esperti – superò anche i cento chilometri orari, lasciando alle proprie spalle solo distruzione e morte. Per le stesse ragioni sono periti anche i numerosi cittadini (per lo più pescatori, fornai, piccoli artigiani e commercianti), che alle prime avvisaglie ripararono in un magazzino lì vicino in attesa delle imbarcazioni dei soccorritori e i cui scheletri furono rinvenuti 25 anni fa, momento dell’ultima scoperta di rilievo ad Ercolano (famosa soprattutto per la Villa con centinaia di papiri di filosofia epicurea).

"Ecco che a distanza di anni la scena si precisa e acquista ulteriore drammaticità – fa notare Sirano –. E grazie alle tecnologie oggi più sofisticate il quadro di questo evento epocale potrà essere compreso in una visione d’insieme mettendo in relazione tra loro le singole scoperte fatte da quando a Pompei e nei vari centri distrutti dalla lava sono in corso scavi scientifici e sistematici". "Da Ercolano ci aspettiamo ancora grandi novità e scoperte", nota Massimo Osanna, direttore generale dei musei di Stato: uno scrigno di tesori scoperti e da scoprire, come una nuova Pompei.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro