Giovedì 25 Aprile 2024

Bronzi di Rothschild. "Quel tratto è di Michelangelo"

Londra, i professori inglesi sono certi dell'attribuzione al Buonarroti: "I particolari anatomici sono la sua firma"

I bronzetti e i modelli anatomici di riferimento (QN)

I bronzetti e i modelli anatomici di riferimento (QN)

Londra, 16 novembre 2018 – Dettagli come indizi. Pennellate e colpi di scalpello analizzati alla stregua di impronte digitali lasciate sul luogo del delitto. Solo che dietro a strumenti e provette non ci sono gli esperti del Ris, ma storici dell’arte pronti a fare la loro attribuzione. Proprio come nel caso dei Bronzi Rothschild di michelangiolesca fattura, che per decenni hanno diviso gli storici dell’arte: due statue raffiguranti figure virili e muscolose sul dorso di feroci pantere, realizzate all’inizio del XVI secolo. 

Screditate dopo l’Esposizione Universale di Parigi nel 1878, perché non c’era alcuna documentazione a proposito alla loro fattura e non erano firmate, le sculture alte un metro ciascuna sono state riabilitate nel 2014 da un team di “investigatori” inglesi. "Gli unici bronzi del maestro del Rinascimento sopravvissuti al mondo", esultarono gli specialisti di Cambridge, incuranti del fatto che una parte del mondo accademico continuasse a scuotere la testa. 

Dopo quattro anni di studi, il team internazionale della prestigiosa università ha emesso il verdetto, rilanciando l’attribuzione nella pubblicazione curata da Victoria Avery e Paul Joannides, professore emerito di storia dell’arte all’Università di Cambridge, specialista del Rinascimento italiano, Michelangelo: Sculptor in Bronze (I.B. Tauris), un testo capace di "cambiare le regole del gioco negli studi di Michelangelo" secondo il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. "Le figure maschili presentano esattezze e imprecisioni anatomiche le cui caratteristiche sono state ripetutamente viste in opere di Michelangelo, ma non di altri artisti", sostengono. Particolari come i peli pubici corretti, "piuttosto ricci, indisciplinati e normali" (esattamente come quelli del David) e piedi con un alluce corto e un secondo dito più lungo che punta verso l’esterno, come se fra le dita passasse una cinghia, sono elementi tipici del Buonarroti

Guidata dal professore Paul Joannides, l’équipe attribuisce così a Michelangelo senza possibilità di equivoci, i due muscolosi uomini nudi (un giovane e un anziano) legati al culto mitologico del dio Bacco a cavallo dei magnifici felini, al termine di approfonditi studi e analisi scientifiche. Acquistate nel 1876 a Venezia dal barone Adolphe de Rothschild, le due sculture sono state datate 1508-10 da Victoria Avery, curatrice della sezione di arti applicate del Fitzwilliam Museum di Cambridge, dove nel 2015 i Bronzetti furono esposti per alcuni mesi grazie ai proprietari, collezionisti privati finora anonimi. Le opere erano già state attribuite a Michelangelo alla fine del XIX secolo, ma senza troppa convinzione; anzi, all’epoca l’attribuzione fu contestata e in seguito furono accostati anche a Jacopo Sansovino e a Tiziano Aspetti; successivamente vennero attribuiti all’artista olandese Willem Danielsz Van Tetrode

Ora invece la svolta: la prova regina compare in un foglio di disegni del 1508, opera di un allievo del Buonarroti, custodito al Musée Fabre di Montpellier, che presenta figure simile ai bronzi della collezione Rothschild. Il professore Joannides e i numerosi collaboratori, fra cui i ricercatori del Rijksmuseum di Amsterdam, al termine degli esami svolti nei laboratori scientifici dell’Università di Oxford, usando Raggi X e tecniche di fluoro-termoluminescenza, hanno permesso di accertare che le due sculture vennero fuse tra il XV e il XVI secolo. Gli esami sui campioni del bronzo hanno stabilito che il bronzo venne fuso con il metodo utilizzato nella Firenze dell’epoca michelangiolesca.

Ultimo, ma non ultimo, l’esame anatomico dei nudi maschili ha confermato l’esatta corrispondenza con altre sculture di Michelangelo, con particolari anatomici che poteva conoscere solo uno studioso del corpo umano com’era lui, dedito in anticipo sui tempi all’analisi dei cadaveri. I due Bronzetti ora attribuiti a Michelangelo sono rimasti nella collezione Rothschild fino al 1957, quando vennero venduti ad un collezionista privato francese. Nel 2002 sono stati venduti ad un’asta di Sotheby’s Londra per 1,8 milioni di sterline all’attuale proprietario. Nel 2012 sono stati esposti alla Royal Academy di Londra dove sono stati presentati come opere della scuola di Michelangelo. E proprio allora è iniziato l’interessamento del professore Joannides che ha portato all’attribuzione ufficiale. Un battesimo che farà lievitare – e di molto – il loro prezzo sul mercato dell’arte. 

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