Venerdì 26 Aprile 2024

Superbonus 110: cosa succede senza la proroga. Guida tra scadenze e cessioni

Il contributo per la ristrutturazione della casa fa discutere la maggioranza. Cerchiamo di dipanare i dubbi

Roma, 30 giugno 2022 - Il governo non si muove di un centimetro. Il Superbonus 110%, almeno per ora, non sarà rifinanziato. E non ci saranno nuove proroghe. Il braccio di ferro fra l’esecutivo e la maggioranza va in scena durante i lavori della Commissione Bilancio della Camera sul Decreto aiuti. I tempi sono strettissimi: il provvedimento dovrà essere convertito in legge entro il 16 luglio. E il no del governo ha spinto gli artigiani della Cna e l’intera filiera dei produttori di materiali edili a suonare più di un campanello di allarme. A rischio fallimento migliaia di imprese.

Superbonus 110: cosa succede senza la proroga. Guida tra scadenze e cessioni

Superbonus, operaio edile al lavoro (Foto generica, Ansa)
Superbonus, operaio edile al lavoro (Foto generica, Ansa)

Sommario

Cessione del credito

L’unica apertura del governo è sull’ampliamento delle cessioni dei crediti. Fino ad ora le banche potevano girarli solo ai propri correntisti con la qualifica di clienti professionali privati (imprese di grandi dimensioni con bilanci di 20 milioni, fatturato netto di 40 e fondi propri per 2 milioni). L’emendamento prevede di ampliare la platea alle piccole e medie imprese e alle partite Iva che nell’anno precedente a quello dell’acquisizione del credito abbiano depositato un bilancio uguale o superiore ai 50mila euro. Sarebbero fuori solo le persone fisiche. I crediti potranno essere ceduti fino a 4 volte.

Crediti incagliati

Il nuovo meccanismo potrebbe rimettere in circuito anche i 5 miliardi di crediti attualmente incagliati dal momento che gli acquisti e gli impegni sottoscritti dalle banche hanno raggiunto le imposte da compensare e non vi è più, quindi, la possibilità di ulteriori acquisti. L’operazione avverrà a saldo zero, cioè senza la necessità di ulteriori coperture da parte del Mef.

Stop a nuove proroghe

Disco rosso, invece, alle richieste di allungamento dei tempi del Superbonus presentati da quasi tutti i partiti della maggioranza. Fra le ipotesi in campo la possibilità di cedere i crediti anche oltre il 2022 per le spese sostenute l’anno scorso e non fruite.

Le incognite per i condomini

Per i condomini che hanno già sottoscritto contratti con le imprese, tutto dipenderà dal completamento effettivo dei lavori. Per le villette unifamiliari o le unità immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari funzionalmente indipendenti la detrazione è al 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022 a patto che al 30 settembre sia stato realizzato almeno il 30% dei lavori. Se le imprese non rispetteranno i tempi, i proprietari potrebbero essere chiamati a restituire i crediti già riscossi (a seconda degli stati di avanzamento) con tanto di sanzioni se i lavori, alla fine, non saranno completati. Stesso discorso, ma con scadenze diverse, per i condomini o gli immobili fino a 4 appartamenti di uno stesso proprietario o in comproprietà dai condomini. In questo caso l’aliquota al 110% resta per i lavori effettuati al 31 dicembre, per poi ridursi gradualmente al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. 

Cosa rischiano le imprese

Le banche senza ulteriori proroghe o finanziamenti, saranno costrette a declinare le richieste di acquisto dei crediti da parte di moltissime imprese. Queste ultime, avendo firmato contratti ed iniziato i lavori prima della stipula del contratto di cessione del credito con la banca, si troveranno in una fortissima crisi di liquidità non potendo cedere il credito d’imposta. Senza questi interventi molte aziende andranno incontro al fallimento, i dipendenti e i fornitori non verranno pagati, molti cantieri verranno lasciati a metà.

Cosa chiedono le aziende

La Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa ha già incontrato il ministro dell’economia, Daniele Franco, spiegando senza mezzi termini che "decine di migliaia di imprese della filiera delle costruzioni" rischiano di chiudere i battenti. Sul piede di guerra anche i presidenti delle associazioni della filiera termoidraulica, dalla fabbricazione e distribuzione alla progettazione fino alla costruzione e installazione di impianti: "È necessario sbloccare le cessioni dei crediti e prorogare di sei mesi i cantieri del Superbonus già attivi sulle unità familiari, "altrimenti migliaia di imprese verranno spazzate via".