Mercoledì 24 Aprile 2024

Stop alle gite fuori porta: è l’effetto del caro-pieno

Traffico in autostrada in calo del 5%, vendita dei carburanti giù del 15%. Aumenta l’uso dei mezzi pubblici: la gente lascia l’automobile in garage

Fiaccolata per la pace a Brescia

Fiaccolata per la pace a Brescia

Meno 4-5% di traffico sulle autostrade italiane nel fine settimana, meno 15% di carburante "erogato" rispetto alla settimana precedente. Strade extra-urbane e strade cittadine meno intasate. Dunque, gli italiani, sotto la spinta impetuosa del caro-benzina e del caro-gasolio connesso alla guerra in Ucraina, cominciano ad autoridurre "spintaneamente" l’utilizzo dell’automobile sia rinunciando alle uscite fuori-porta dei primi weekend di primavera sia usando la vettura in città solo quando proprio è necessario. Siamo lontani dallo zero traffico del lockdown. E non siamo certo neanche ai livelli dell’Italia "zona rossa", con divieti di circolazione tra le regioni, ma il caro-carburante, oltre a mandare sul lastrico gli autotrasportatori da ieri in parte fermi, sta producendo l’effetto di far cambiare le abitudini "automobilistiche" dei connazionali. E questo senza che siano stati adottati provvedimenti restrittivi da parte del governo sul modello delle targhe alterne o delle domeniche a piedi dell’austerity del ’73-’74.

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Ma i rincari delle ultime settimane e degli ultimi giorni (con la benzina in self service in media a 2,217 euro al litro e il diesel a 2,220 euro) stanno dando segnali netti di un’inversione di tendenza dopo la ripartenza a razzo del 2021. Da Autostrade per l’Italia fanno sapere che sono in atto due fenomeni: il traffico pesante, correlato al trasporto merci, nell’ultima settimana ha avuto un più 5% rispetto ai sette giorni precedenti, segno che l’emergenza Ucraina ha determinato un’accelerazione delle consegne. Il traffico leggero, al contrario, ha fatto registrare un meno 5% nel fine settimana: segno della rinuncia all’utilizzo dell’automobile per svago e piacere.

E, del resto, anche gli osservatori regionali hanno segnalato un calo della circolazione lungo le principali autostrade dirette nelle località turistiche (un caso per tutti, la Milano-Laghi). A dare conto di quello che sta succedendo sono anche i gestori delle stazioni di servizio. "Sicuramente c’è una riduzione della richiesta di carburante – spiega Bruno Bearzi, presidente della Figisc-Confcommercio –. Chi viene come prima lo fa per esigenze lavorative. Chi lo fa per altre ragioni, lo fa per consumi ridotti".

Non siamo al periodo del blocco della circolazione tra regioni o dello smart working capillare – puntualizza – quando "abbiamo avuto tracolli del 35%, ma parlare di un calo dell’erogato del 15% non è azzardato, anzi". Senza che i prezzi-boom servano a compensare le minori vendite. Aumenta, di conseguenza, il traffico con mezzi pubblici. Dall’azienda dei trasporti locali della Capitale (ma spiegano che analogo fenomeno si sta verificando anche nella altre grandi città) fanno sapere che nell’ultima settimana, principalmente, si è avuto un maggiore ricorso ad autobus, tram e metropolitane: una conferma indiretta del primo fermo parziale dei mezzi privati a favore di soluzioni più economiche che, al momento, non hanno visto un aumento dei prezzi dei biglietti di viaggio