Vela e superyacht. Il mercato sorride al Made in Italy

Ottimista per natura e senza nemmeno tracce di quel coté caratteriale che fa dei veri ’liguri nativi’ dei simpatici portatori del ’mugugno’. Niente di niente. Perché la vita è un dono, sempre. E se lo è, ricoprire un ruolo apicale come quello di ’direttore generale di Confindustria Nautica’, per lei, Marina Stella, la vita è anche l’occasione per contribuire allo sviluppo di una vera eccellenza del Made in Italy con l’esperienza maturata in anni di consulenze nei settori dell’auditing, della certificazione di bilanci di società quotate e nella vigilanza dell’intermediazione finanziaria. Come dire: la persona giusta e rappresentativa per un settore che ha fatto dell’affidabilità e della competenza gli elementi distintivi. Lo ripete e le sue parole, distillare e mai retoriche, sembrano il decoro mentale di un mondo imprenditoriale che si appresta a misurare il proprio stato di grazia nelle grandi manifestazioni internazionali del 2023.

"Quando la domanda commerciale e i consumi portano il mercato ad orientarsi su beni come quelli della nautica da diporto, viene scelto il prodotto migliore – spiega –. E quello italiano viene identificato esattamente come tale, per innovazione, design, cura dei particolari e affidabilità. È la cifra delle nostre imprese: disporre di una profonda cultura industriale e al contempo, offrire un’invidiabile qualità artigianale". Tesi più realistica che celebrativa. Perché i problemi esistono e non è un caso che proprio Confindustria Nautica abbia un confronto aperto con il governo e le istituzioni su questioni annose come quelle dei ’titoli marittimi’, dei ’canoni retroattivi dei porti turistici’ e della ’riforma delle concessioni demaniali’.

Ma il comparto tiene bene e il mercato lo premia: il segmento dei superyacht conferma un portafoglio ordini che arriva a 2-4 anni. Nella fascia medio alta della vela e del motore la produzione 2023 risulta già ultimata e si lavora con consegne per il 2024. E non rallenta la crescita esponenziale dell’export, specie negli States, dove le imprese italiane cercheranno di rafforzare il loro posizionamento partecipando agli appuntamenti oltre oceano in programma all’indomani di Dubai (1-5 marzo), strategico per la promozione delle nostre imbarcazioni negli Emirati. Curiosità e forte interesse per il Palm Beach Boat Show, il 23-26 marzo, un Salone dove Confindustria Nautica presenzierà per la prima volta con uno stand istituzionale.

E in autunno, la collettiva delle nostre aziende sarà particolarmente nutrita all’IBEX Show di Tampa in Florida (3-5 ottobre), molto importante per l’accessoristica, e al Fort Lauderdale Boat Show. Senza dimenticare, a metà strada, il 25 maggio, la presentazione del 63° Salone Nautico Internazionale di Genova al New York Yacht Club di Newport, "occasione ghiotta per intercettare dettagli e novità di un’edizione 2023 ricchissima, se è vero – lo conferma proprio Marina Stella – che la presenza di grandi nomi della nautica è già assicurata e che la location espositiva avrà già modo di rivelare un discreto upgrade rispetto al passato, in vista del Waterfront di Levante che il mondo intero potrà definitivamente apprezzare nel 2024".

Proiezioni ricche più di certezze che di auspici. Come l’evoluzione naturale, seppure graduale, della filiera nautica verso l’elettrico; come l’attenzione sempre maggiore per startup e nuovi incubatori di innovazione; e come il promettente ricambio generazionale che sta conoscendo il mondo imprenditoriale. Il direttore generale di Confindustria Nautica lo spiega: "L’età media dei nostri armatori si è ridotta di almeno una decina d’anni. Per converso, sono cresciuti l’interesse per l’innovazione e la sensibilità per natanti a basso impatto ambientale. Dovremo tenerne conto". Con commento sottinteso: il mondo cambia. Anche in mare aperto.