Venerdì 26 Aprile 2024

La casa dei talenti

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QUALCUNO ha storto il naso quando Giorgia Meloni, formando il suo governo, ha cambiato il nome del ministero dell’Istruzione Pubblica in ministero dell’Istruzione e del Merito. Per esempio il segretario della Cgil Maurizio Landini (nella foto), secondo cui "la parola merito rischia di essere uno schiaffo in faccia a chi parte da una condizione di disuguaglianza". Eppure la scarsa meritocrazia è indubbiamente un’emergenza italiana. Lo dimostrano i dati 2022 del Meritometro, indicatore scientifico elaborato dal Forum della Meritocrazia – la prima associazione nazionale, nata nel 2011, per promuovere e diffondere la cultura del merito nel nostro Paese – secondo cui l’Italia si conferma ultima nel ranking europeo, sia nel punteggio complessivo, sia nei singoli pilastri, come dal 2015 (primo anno di rilevazione) in poi. Oltre 9 punti la distaccano dalla penultima in classica (la Polonia) e ben 43 dalla prima (la Finlandia).

Il Meritometro misura il livello meritocratico di 12 paesi d’Europa sulla base di sette pilastri: libertà, regole, trasparenza, qualità del sistema educativo, attrattività dei talenti, pari opportunità e mobilità sociale. Guardando alla mappa del merito in Europa, tra post pandemia e tensioni geopolitiche, il quadro non è confortante: 4 Paesi su 12 hanno risultati in peggioramento. Le performance più negative riguardano pari opportunità e qualità dei sistemi educativi.

Inoltre, per dare concretezza alla valutazione del merito ed estenderla al mondo dell’impresa, Il Forum della Meritocrazia ha creato ‘Meritorg’, il primo strumento validato da due survey nazionali, basato su dati oggettivi, che consente di misurare e certificare il merito nelle organizzazioni del settore pubblico e privato, evidenziandone il valore per gli stakeholder. Il Meritorg si fonda su cinque parametri principali: pari opportunità, qualità e sviluppo del capitale umano, capacità di attrarre i talenti, performance e carriera, regole e trasparenza. E già sei aziende, tra cui Sanofi e Allianz Partners, lo hanno sperimentato. Il risultato, dati alla mano, è una certificazione dell’impegno dell’organizzazione nella promozione delle pari opportunità e nello sviluppo del capitale umano, nell’attrarre e ritenere i migliori talenti, nel dotarsi di modalità di incentivazione e carriera adeguate, nell’esplicitare e rispettare procedure e regole aziendali.

"La meritocrazia è trasparenza, pari accesso alle opportunità, equità, inclusione – commenta Maria Cristina Origlia, presidente del Forum della Meritocrazia –. Partire dai numeri per mappare la realtà e agire di conseguenza è il metodo più corretto per costruire un ecosistema favorevole allo sviluppo di idee, competenze e talenti di tutti, a cominciare dai giovani. I dati ci dicono che siamo un Paese dove le condizioni della famiglia di origine condizionano ancora molto l’accesso ai livelli di studio superiori (universitari e post-universitari). Ma anche che siamo il Paese europeo che meno valorizza il suo capitale umano, soprattutto giovanile e femminile. Ciascuna persona è un mix unico – conclude Origlia – e una società equa dovrebbe garantire un ecosistema favorevole allo sviluppo delle idee, delle competenze e dei talenti di tutti".

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